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Pomezia, rifiuti: appalto assegnato e poi annullato. Parla il vincitore: ‘Provvedimento illegittimo’

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raccolta rifiuti Pomezia

Gara di appalto per la raccolta dei rifiuti a Pomezia, che succede? Dopo i ritardi con cui la gara è stata espletata (la ditta continuava a lavorare in deroga dopo la scadenza contrattuale, avvenuta il 31 marzo del 2020), ad agosto del 2021 il bando, all’esito dell’attribuzione dei punteggi, veniva aggiudicato alla ETAMBIENTE S.p.A. (Capogruppo) – ATI società cooperativa (Mandante). Da premettere che alla gara hanno partecipato solo 3 società: oltre alla vincitrice c’erano in lizza anche la Teknoservice Srl e la Formula Ambiente, che attualmente gestisce il servizio.

Ma, a sorpresa, dopo due settimane dalla comunicazione dell’aggiudicazione alla ditta vincitrice, arriva il dietrofront, sotto forma di Determinazione Dirigenziale (n.1212 del 14.09.2021), che annulla la gara e i relativi atti, lasciando pertanto il servizio di raccolta in mano alla vecchia ditta, risultata perdente. La motivazione, scritta nel documento a firma del dirigente Renato Curci, è fondata su tre ordini di ragioni:

a) in primo luogo la circostanza che – in base alla risultanza della gara – il Comune andrebbe a sostenere un costo del servizio più alto rispetto a quello attuale; in particolare, l’aumento sarebbe pari ad € 195.438,26/annuali che, rapportati alla durata del contratto (pari ad otto anni) determinerebbe un maggior costo di complessivi € 1.563.506,08;

b) in secondo luogo, la circostanza che “la partecipazione alla gara si è limitata alla presentazione di sole tre offerte, quindi con una concorrenzialità minima”;

c) in terzo luogo, la circostanza che “il capitolato speciale d’appalto non tiene evidentemente conto del D.Lgs. 116/2020, intervenuto circa tre mesi dopo l’avvio delle operazioni di gara, per cui la circostanza che il territorio di Pomezia è fortemente caratterizzato dalla presenza di attività commerciali e industriali, a fronte della modifica della disciplina dell’assimilabilità dei rifiuti a quelli urbani, inciderà notevolmente sull’appalto in sede di applicazione della nuova normativa”.

Per quanto riguarda il punto A, attualmente il Comune paga il servizio 7,93 milioni di euro l’anno, mentre “aggiudicando l’appalto all’esito della gara appena espletata il Comune verrebbe ad affrontare un costo annuale del servizio con un aumento dell’esborso pari ad € (8.126.149,26 – 7.930.711,00) = € 195.438,26 il quale, esteso agli otto anni oggetto di appalto, assomma ad € 1.563.506,08”.

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L’ing. Ignazio Schirru, Responsabile Nazionale Produzione di ETAmbiente: provvedimento illegittimo 

Ma si tratta di un provvedimento legittimo? Secondo l’ing. Ignazio Schirru, Responsabile Nazionale Produzione di ETAmbiente S.p.A. assolutamente no, tant’è che la società ha già diffidato il Comune di Pomezia.

“In merito al provvedimento con il quale il Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Pomezia ha disposto l’annullamento della procedura di affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati, ETA S.p.A. – risultata al primo posto della graduatoria formulata dalla Commissione all’esito della valutazione delle offerte tecniche ed economiche – ritiene che tale provvedimento sia assolutamente illegittimo oltreché fortemente lesivo degli interessi della medesima Società che prim’ancora degli interessi del Comune di Pomezia”, ha dichiarato l’ing. Schirru al Corriere della Città. “ETA ha trasmesso una formale diffida al Comune nella quale sono esposti sinteticamente le ragioni che rendono viziato ed illegittimo il provvedimento di annullamento della procedura. ETA auspica che il Comune di Pomezia voglia adottare gli opportuni atti di autotutela volti a rimuovere l’illegittimità perpetrata attraverso l’annullamento della procedura; ovviamente, qualora il Comune non ripristini l’esito della procedura, ETA sarà costretta ad invocare l’intervento delle Autorità di controllo”.

La società è quindi pronta alla battaglia se non viene riconosciuta la validità della gara vinta da ETA. Nel dettaglio, quello che ribatte è che il provvedimento sia “assolutamente illegittimo, poiché fondato su argomenti del tutto pretestuosi; gravemente lesivo per gli interessi della ETA; altresì lesivo per gli interessi pubblici del Comune di Pomezia; lesivo dei più elementari principi di trasparenza e concorrenza, laddove altresì si tenga conto del fatto che, il precedente affidamento è scaduto il 31.03.2020 (dunque da oltre 18 mesi) e che la redazione degli atti della nuova gara ed il relativo svolgimento finiranno certamente col determinare una ulteriore proroga dell’attuale affidamento di almeno 12/18 mesi (senza contare l’eventualità, tutt’altro che remota, di successivi differimenti in caso di contenziosi all’esito dell’espletamento della nuova gara); in questo contesto il Comune sostiene i costi di un servizio ormai ampiamente ammortizzato dal precedente gestore ed appena inferiori rispetto a quelli risultanti dalla nuova gara (che, per contro, determina l’introduzione di significativi ed importanti miglioramenti negli standard di servizio e nelle relative modalità di svolgimento)”.

Le numerose proroghe

L’ETAmbiente poi sottolinea, nella diffida mandata al Comune, diversi punti che mettono in evidenza le numerose e reiterate proroghe avute in passato dalla ditta che fornisce attualmente il servizio per una “durata complessiva di circa 3 anni” già nel 2012, specificando che anche in passato ci fu un annullamento di gara attraverso la Determinazione Dirigenziale n.87/DIR 10. “Successivamente venne espletata una nuova procedura, conclusasi nei primi mesi del 2015, che portò alla stipula del nuovo contratto in data 20.03.2015 – spiegano da ETA – anche tale affidamento venne aggiudicato al CNS (che indicò come consorziata esecutrice l’attuale gestore), all’esito di una procedura alla quale parteciparono 3 concorrenti (due dei quali, tuttavia, non vennero nemmeno ammessi all’apertura dell’offerta economica, non avendo superato la soglia di sbarramento prevista in relazione all’offerta tecnica); tale procedura fu al centro di particolari polemiche che sfociarono addirittura in una interrogazione parlamentare anche in relazione ad una presunta anomala variante assentita dal Comune di Pomezia su richiesta del soggetto gestore, in relazione alla tipologia dei mezzi impiegati”.

“L’attuale affidamento è scaduto il 30.03.2020 ed è stato oggetto di reiterate proroghe della durata complessiva di ben 21 mesi (l’ultima proroga risulta fino al 31.12.2021); il predetto affidamento sarà certamente ulteriormente prorogato di almeno 12/18 mesi che saranno certamente necessari per la predisposizione dei nuovi atti di gara, per la relativa approvazione, per l’espletamento della nuova gara e la relativa aggiudicazione”.

Il rischio di un lungo (e costoso) contenzioso

Ma se il vecchio appalto era stato approvato con 3 partecipanti di cui 2 non ammessi all’apertura delle buste, come mai adesso si reputano pochi 3 partecipanti, tutti comunque ammessi? E, seppure sia incontestabile l’aumento di quasi 200 mila euro l’anno per il servizio, non è che a questo aumento economico corrisponda un adeguato aumento della qualità dell’offerta? E il fatto che Pomezia sia fortemente caratterizzata dalla presenza di attività commerciali e industriali è una novità? Non si sapeva anche prima di stilare il bando?

Sono tutte domande a cui i cittadini vorrebbero venissero date delle risposte, soprattutto perché, in caso di una causa legale (e la società ha già annunciato che non si tirerà indietro se non verrà riconosciuto il suo diritto alla vittoria), l’ennesima, i costi – tra avvocati e ricorsi – sarebbero elevati e a rimetterci sarebbero le casse comunali, quindi i contribuenti. Intanto chi esce vittoriosa da questa situazione è sicuramente la società che, con contratto scaduto ormai da 18 mesi, continua a gestire il servizio in deroga e lo farà ancora – visti i tempi lentissimi del Comune – per parecchi mesi prima che un nuovo bando verrà pubblicato, espletato ed assegnato.

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