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Pomezia, si innamora (non ricambiato) di una 40enne e la perseguita: arrestato 69enne

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L'intervento dei Carabinieri a Pomezia

Un colpo di fulmine. Per lui quella donna, di 30 anni più giovane, era amore a prima vista. O meglio attrazione fatale, morbosa, al punto che, malgrado la differenza d’età, si era fatto avanti. E, nonostante i ripetuti rifiuti della donna, aveva continuato a insistere, fino a stalkerizzarla e renderle la vita impossibile.

Ma a mettere fine alle persecuzioni ci hanno pensato, questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Pomezia, in esecuzione di un’Ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio di Sorveglianza di Roma. I militari hanno infatti arrestato il 69enne, italiano, in quanto gravemente indiziato del reato di atti persecutori. 

L’ossessione per la giovane donna

L’arresto ha origine da una richiesta dei Carabinieri di Pomezia, a seguito della denuncia-querela sporta alcuni giorni fa da parte di una 40enne del posto. La donna da diverso tempo, nonostante non avesse mai avuto con l’uomo alcun tipo di relazione o frequentazione, era oggetto di attenzioni non gradite da parte dell’indagato. Il 69enne si era invaghito di lei dopo averla conosciuta per caso in un locale, ma era stato respinto dalla 40enne.

L’uomo, già noto alle Forze dell’Ordine, probabilmente ferito nell’orgoglio e pensando di ottenere qualcosa, a seguito del rifiuto aveva messo in atto una serie di comportamenti persecutori come continue chiamate e pedinamenti, tanto da suscitare nella donna un forte timore anche per la propria incolumità. A distanza di pochissimi giorni infatti il 69enne è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Velletri.

Stalker pericolosi

Solo qualche giorno fa era stato arrestato lo stalker di Cristina, la donna minacciata di morte da S.S. il 36enne di origine indiana che da tempo la perseguitava. L’uomo le diceva frasi come “Ti taglio la testa, sei morta“, “Io esco da qui e vengo a tagliarti la testa, ti butto l’acido“, anche mentre si trovava in un centro di prima accoglienza di Potenza, rendendole la vita impossibile.

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