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Quali sono le differenze tra i vaccini AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson

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Pillola Pfizer

AstraZeneca (ora Vaxvezria), Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson e ancora tanti altri i vaccini in fase di sperimentazione. Tutti i Paesi (anche l’Italia) stanno cercando di accelerare la campagna di vaccinazione, così da frenare l’avanzata del virus. Il Premier Mario Draghi è stato chiaro ieri in conferenza stampa, le possibili riaperture (di bar, ristoranti e di tutte le altre attività) vanno di pari passo con i vaccini. Più dosi si somministrano al giorno, più si spera di tornare presto alla “normalità”. Ma vediamo quali sono le differenze tra i vaccini AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Johnson e Johnson (quest’ultimo monodose). 

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Le differenze tra i vaccini AstraZeneca, Pfizer, Moderna

I vaccini Pfizer e Moderna sono a mRNA, mentre quello di AstraZeneca è a vettore virale. Il vaccino Pfizer, come spiega l’AIFA, “contiene un RNA messaggero che non può propagare sé stesso nelle cellule dell’ospite, ma induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2 (che esso stesso codifica). Gli antigeni S del virus stimolano la risposta anticorpale della persona vaccinata con produzione di anticorpi neutralizzanti. L’RNA messaggero è racchiuso in liposomi formati da ALC-0315 e ALC-0159 per facilitare l’ingresso nelle cellule. Il vaccino contiene inoltre altri eccipienti: 1,2-Distearoyl-sn-glycero-3-phosphocholine, colesterolo, sodio fosfato bibasico diidrato, fosfato monobasico di potassio, cloruro di potassio, cloruro di sodio, saccarosio, acqua per preparazioni iniettabili”. 

Quello Moderna, invece, “contiene un RNA messaggero che non può propagare sé stesso nelle cellule dell’ospite, ma induce la sintesi della proteina Spike (S) del virus SARS-CoV-2. La proteina S del virus stimola la risposta anticorpale della persona vaccinata con produzione di anticorpi in grado di neutralizzare il virus, qualora si venga a contatto con questo. Per facilitare l’ingresso nelle cellule, l’RNA messaggero nel vaccino è racchiuso in piccolissime vescicole (liposomi). Oltre all’mRNA il vaccino contiene inoltre: SM-102, DSPC, PEG2000 DMG, potassio cloruro, potassio diidrogeno fosfato ,sodio cloruro, fosfato disodico diidrato, saccarosio, acqua per preparazioni iniettabili”. 

Come spiega l’Agenzia italiana del farmaco, “la durata della protezione (di questi vaccini, ndr) non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi”. 

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Pfizer e Moderna: cosa sappiamo

Pfizer e Moderna sono molto simili tra di loro perché “adottano la stessa tecnologia a RNA messaggero, hanno un’efficacia molto elevata, pressoché uguale, sono entrambi molto sicuri, con effetti collaterali modesti e in gran parte risolti in pochi giorni senza necessità di interventi. Entrambi i vaccini offrono una imponente risposta immunitaria dopo due dosi distanziate di tre o quattro settimane. Sono stati studiati su decine di migliaia di partecipanti con i più rigorosi metodi scientifici. Comirnaty (Pfizer, ndr) ha dati di efficacia già dai 16 anni in su, Moderna dai 18 anni in su. Le differenze sono anche nel modo con cui si presentano: Comirnaty congelato da diluire e Moderna già pronto e mantenuto a temperature da frigorifero”. 

AstraZeneca: cosa contiene il vaccino

Il vaccino made in Pomezia-Oxford, quello della casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca, e quello Johnson e Johnson sono a vettore virale. Il vaccino AstraZeneca (ora Vaxvezria), spiega l’Aifa, “è costituito da un ingrediente attivo e da ingredienti inattivi che ne facilitano il mantenimento e la veicolazione all’interno dell’organismo delle persone vaccinate. Il principio attivo è l’adenovirus modificato (ChAdOx1-Chimpanzee Adenovirus Oxford 1) che contiene il codice genetico della proteina Spike di SARS-CoV-2. È un organismo geneticamente modificato. Gli ingredienti inattivi (eccipienti) sono: L-istidina, L-istidina cloridrato monoidrato, Magnesio cloruro esaidrato, Polisorbato 80 (E 433), Etanolo, Saccarosio, Sodio cloruro, Disodio edetato (diidrato), Acqua per preparazioni iniettabili. Il vaccino non contiene conservanti”. 

Il vaccino AstraZeneca, inoltre, è “stato approvato perché mostra un rapporto beneficio/rischio favorevole nelle persone al di sopra dei 18 anni di età. Inoltre, l’arrivo di un terzo vaccino caratterizzato da una maggiore maneggevolezza d’uso rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso. L’obiettivo è quello di ottimizzare l’utilizzo dei vaccini esistenti e di quelli che si aggiungeranno, sfruttandone al meglio le diverse caratteristiche”. Ma ricordiamo che in Italia, dopo un’ulteriore valutazione dell’Ema, si raccomanda di somministrare questo vaccino agli under 60. 

Ma quali sono le differenze tra questi vaccini? Ogni dubbio viene chiarito dall’AIFA: “Sia i vaccini a RNA messaggero che i vaccini virali inducono una buona protezione verso la COVID-19. I dati a oggi disponibili sembrano indicare che i vaccini virali abbiano un’efficacia un po’ inferiore a quella dei vaccini a mRNA. Tuttavia è difficile arrivare a una comparazione corretta sulla base di confronti indiretti tra studi diversi che in parte sono ancora in corso e tenuto conto delle diversità tra le popolazioni studiate”. 

A breve arriverà nel Lazio anche il vaccino Johnson & Johnson, quello monodose. Per l’Ema, stando a uno studio clinico, “gli effetti collaterali del vaccino Johnson & Johnson  erano generalmente lievi o moderati e sono stati risolti entro un paio di giorni dalla vaccinazione. Tra i più comuni, dolore al sito di iniezione, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e nausea”.

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