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Ragazzine di 13 anni spogliate con una app: minorenni accusati di produrre pedopornografia

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Roma, odio e discriminazione tra studenti

I due 14enni davanti ai carabinieri hanno detto: ”è solo uno scherzo”. Tuttavia, le foto di nudo che ora sono nelle mani degli investigatori sono tutt’altro che un semplice e banale scherzo. Di fatto, per quel materiale, ora, i due ragazzini sono stati indagati dalla procura per i minorenni per produzione di materiale pedopornografico

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13enni spogliate dai compagni con una applicazione

Si tratta di un nuovo fenomeno che è strettamente legato all’impiego dei cellulari e smartphone, e che sembra aver preso piede sopratutto tra i giovanissimi. Proprio un paio di settimane fa, in una scuola media della provincia di Roma, infatti, sono iniziate a circolare, su diverse chat WhatsApp, le foto di almeno 5 studentesse di 13 anni, completamente nude e svestite. Ma c’è un particolare: le ragazzine non avevano mai concesso le loro immagini senza veli, nel senso che non si erano mai fatte scattare delle foto nude. Ma di certo hanno riconosciuto che gli scatti erano stati presi direttamente dal loro profilo Instagram. Pare che quelle foto di nudo siano state create ad hoc per mezzo di un’applicazione che avrebbe molto successo tra i giovanissimi: si chiama Bikinioff

Che cos’è Bikinioff?

Si tratta di un bot, come confermato anche da Repubblica, ovvero di un programma che esegue delle azioni ripetitive, azioni che sono intuibili già dal suo nome di battesimo. L’applicazione, cioè, ha il compito di spogliare il corpo delle foto che gli iscritti al gruppo inviano. Nel caso specifico delle cinque vittime minorenni, i ragazzi indagati avrebbero postato delle immagini delle ragazzine, non è chiaro se a figura intera o con un fotomontaggio di altri corpi presi dal web, e avrebbero in seguito costruito artificialmente delle immagini da ricondividere sulle loro chat. Inoltre, lo ”scherzo”, come lo chiamano loro, ha fatto il giro della scuola e sono arrivate anche sui telefonini delle ragazze prese di mira. E così, quattro di loro hanno optato per la denuncia. 

Come funziona l’applicazione

Sembra che l’applicazione funzioni più o meno così: si carica la foto ”reale” a corpo intero o mezzo busto. Dopo averla caricata, pur avendo i vestiti addosso, il programma riproduce la medesima immagine del soggetto ma completamente nudo, proponendo anche diverse varianti somatiche, come ad esempio diverse taglie di seno. La prima prova è gratuita, successivamente, invece, bisogna sottoscriversi e pagare. Ad ogni modo, stando a chi indaga: “questo è il primo caso che arriva nei nostri uffici ma non escludiamo che ci siano tantissime altre foto che girano e che le denunce non arrivino per vergogna delle vittime”.

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