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Roma, il Casino dell’Aurora è in vendita: sfratto per la vedova di Boncompagni Ludovisi

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Casino dell'Aurora Ludovisi

Roma. Lo scrigno d’arte, a due passi da Via Veneto, con tantissimi capolavori al suo interno, come ad esempio l’unico dipinto murale di Caravaggio al mondo, ora deve essere sgomberato e liberato. Il Casino dell’Aurora dei Boncompagni Ludovisi ha ricevuto la sua sentenza direttamente dal Tribunale che, lo scorso 10 gennaio, ha ufficializzato l’ordinanza al fine di ”liberare da persone e cose il Casino dell’Aurora, già allertata la caserma dei carabinieri di via Barberini di agire senza indugio”. Ovviamente, il diretto interessato dell’ordinanza è abbastanza esplicito. Di fatto, il Casino dell’Aurora – che deve il suo nome all’affresco immenso del Guercino – è abitato ad oggi dalla signora Rita Carpenter, texana, l’ultima moglie del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, venuto a mancare nel 2018, mese di marzo, all’età di 77 anni. Era il proprietario insieme ai tre figli della Villa di famiglia. 

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Il caso del Casino dell’Aurora a Roma

Come anche altri giornali non hanno mancato di sottolineare, si tratta di una storia e di un caso che è riuscito a calamitare l’attenzione mediatica internazionale, sin dal momento in cui è esplosa la notizia della sua vendita all’asta decisa dal Tribunale. L’asta era stata l’ultimo strascico di una lunga e irrisolta disputa ereditaria. La stima iniziale era di 471 milioni di euro. Ad occuparsi del caso, anche il The Guardian. Ad ogni modo, ritornando all’ordinanza di sfratto immediata, tra le ragioni che ha addotto il Tribunale c’è anche il non poco grave disinteresse ”alla situazione di pericolo generata dalla mancanza di conservazione del bene mettendo a rischio l’incolumità di persone e la tutela del suo inestimabile valore Socio Storico”. Appare chiaro come siano sotto accusa soprattutto le falle nella manutenzione ordinaria e le condizioni di degrado diffuse della Villa.

Il crollo del lastrone di marmo

Il Messaggero, ad esempio, riporta che solamente pochi giorni fa era crollato un grosso lastrone di marmo che faceva parte del muro di contenimento della Villa. Insomma, una tragedia sfiorata per quel distacco improvviso che è precipitato da un’altezza di oltre dieci metri. La zona è di continuo passaggio per auto, veicoli di ogni sorta e, ovviamente, pedoni. Sulla vicenda della manutenzione, i figli comproprietari della Villa da quattro anni manifestano la disponibilità ad ”occuparsi della manutenzione del bene”. Al tribunale, però, a quanto trapela, non sarebbe piaciuto l’atteggiamento di “disturbo” rispetto a potenziali offerenti.

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