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Roma, favori e tangenti al Vigile per chiudere un occhio su irregolarità: agente a processo per corruzione

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Vigile urbano a giudizio a Roma

Rinvio a giudizio per un funzionario della Polizia Locale di Roma. In particolare l’agente, all’epoca dei fatti contestati, prestava servizio presso il reparto Polizia Amministrativa Commercio del III gruppo Nomentano. P.D.P. avrebbe approfittato della divisa per chiedere denaro e ottenere utilità a vario titolo. Ciò che gli veniva richiesto, nel corso del 2019, era in particolare un intervento per insabbiare irregolarità amministrative e sbloccare pratiche burocratiche farraginose. Questa nella sostanza l’accusa che la Procura di Roma gli muove. Le ipotesi di reato sono corruzione, induzione indebite a dare e promettere utilità e traffico di influenze illecite; dovrà risponderne insieme a un geometra un commerciante ambulante e un imprenditore.

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I presunti reati

I fatti costituenti reato contestati all’agente sono tre. Nell’agosto 2019 avrebbe postdatato una relazione di servizio, rispetto a una ispezione dei luoghi avvenuta il 28 agosto. Ciò per favorire una società rappresentata dal geometra. La Procura sostiene che nel documento si attestava una distanza superiore ai 500 metri tra un locale nel III Municipio e una scuola. La società assistita dal geometra voleva aprire una sala scommesse, ma le distanze rispetto all’istituto scolastico non erano sufficienti. Secondo il Pm in questo modo si permetteva alla società di superare un precedente diniego, imposto in quanto era stata appurata la distanza non legale. In cambio il professionista avrebbe aiutato il vigile a vendere una sua proprietà svolgendo “con intento corruttivo una attività di procacciamento” di acquirenti, si legge negli atti.

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Il ruolo del commerciante

Ancora. Sempre secondo i magistrati D.P. avrebbe messo il suo ruolo a disposizione di A.L., titolare di due stand per la vendita all’interno dei mercati rionali di piazza Primoli e piazza Ottaviano Vimercati. D.P., al fine di favorire il commerciante avrebbe chiesto a un collega del III gruppo Nomentano di non contestare irregolarità nel corso dei controlli sulle licenze presso il mercato. In cambio il casco bianco avrebbe ricevuto duemila euro. 

L’imprenditore

D.P. sarebbe riuscito anche ad ottenere l’appoggio di un assessore municipale e un dirigente di piazza Sempione affinché l’imprenditore G.C. “fosse agevolato nella regolarizzazione edilizia del proprio esercizio commerciale“. Come contropartita avrebbe ottenuto la promessa di sottoscrizione di una sponsorizzazione a favore di una squadra di calcio. Secondo il Pm così si configurerebbe il reato di traffico di influenze illecite.

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