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Roma, “Il mostro è mio nipote che mi ha denunciato”: zio pedofilo se la prende con la vittima in aula

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Per un 69enne di Roma il detto “tutto resta in famiglia” non è valso la pena. Lo hanno capito persino i suoi nipoti, rispettivamente di 15 e 12 anni, che le “attenzioni” che il familiare riservava loro erano nocive. Per liberarsi del fardello di cui li ha caricati lo zio sono dovuti intervenire psichiatri e insegnanti, aiutando i due bambini a raccontare che l’uomo avrebbe tentato di abusare di loro. Lo zio ha negato tutto in aula di Tribunale ieri, 30 novembre, davanti alla pm Maria Gabriella Fazi, arrivando persino ad accusare il nipote 15enne. “Io un mostro? È lui che non doveva denunciarmi!”, ha inveito l’uomo.

Abusava dei nipoti mentre i genitori non c’erano: zio pedofilo accusa le vittime

Come spesso succede, gli abusi sarebbero avvenuti quando i genitori non c’erano. I coniugi avrebbero lasciato i nipotini alle cure dello zio materno, un uomo di fiducia, soprattutto per i due bambini. Lui, invece, avrebbe approfittato del rapporto coi nipoti per avanzare richieste sessuali: avrebbe prima costretto il 15enne a subire un rapporto completo, per poi spogliarsi davanti alla piccola di 12 anni. Un calvario che è durato almeno 4 anni per i due fratellini, dal 2016 al 2020, e che ha richiesto l’intervento della scuola e di professionisti per aiutare i ragazzi a esternare il trauma dovuto alla violenza sessuale.

Il giovane, in particolare, avrebbe mostrato disagi anche a scuola. Una sofferenza che non è passata inosservata ai docenti, che hanno consigliato a mamma e papà di accompagnare il figlio da uno psichiatra. Durante le sedute, la rivelazione del ragazzo, che grazie al consulto del medico sarebbe riuscito a denunciare lo zio pedofilo ai carabinieri nel giugno del 2022.

L’imputato in aula: “Mio nipote mi ha toccato, ma non ha avuto danni”

A lasciare sbigottiti pm e magistrati sono state soprattutto le giustificazioni dell’uomo che, ammessa la sua colpa, ha tentato in aula di discolparsi in ogni modo. Spesso anche accusando il nipote di “essere malvagio” per averlo denunciato e di non rendersi conto della gravità della denuncia a suo carico. “Sì mio nipote mi ha toccato”, avrebbe ammesso, “Però non ha avuto danni, se invece uno denuncia i danni ci sono”.

Stando al 69enne, il nipote avrebbe coinvolto nelle testimonianze anche la bambina. I due adolescenti non sono stati presenti durante le deposizioni shock dello zio: una scelta voluta, per impedire ulteriori traumi infantili ai due nipoti. Sarà ora la Procura di Roma, poi la difesa, a decidere l’esito di questa vicenda: il gip ha già chiesto la condanna in carcere per il 69enne.

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