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Sassi contro le auto in corsa, la truffa del finto incidente sul litorale romano

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Nel III Municipio un giovane racconta di aver subito l'ennesimo tentativo di truffa dello specchietto, ma è riuscito a cavarsela.

È uno dei raggiri automobilistici più vecchi di sempre, ma continua a mietere vittime sulle strade di Roma. Spopolano la “truffa dello specchietto” o dei finti incidenti sul litorale romano, con tantissimi automobilisti ingannati con la scusa di essersi incrociati. Tra Anzio, Torvaianica, Capocotta e Ostia sono decine le segnalazioni arrivate alla Polizia di persone finite nella morsa dei truffatori: dall’estate fino a oggi avrebbero preso di mira soprattutto donne e persone anziane, convincendole a farsi pagare i danni per urti o botte alle vetture. Ovviamente tutti simulati.

Boom di truffe dello specchietto sul litorale

La trama è sempre la stessa. In genere un’automobilista lancia un sasso verso una vettura sulla stessa carreggiata, fingendo che questa l’abbia urtata. Il rumore provocato dall’impatto e lo spavento convincono il il conducente vittima della truffa che sia successo davvero, mentre truffatore insiste per farsi pagare i danni. L’incidente però non è mai avvenuto, semmai sono le vittime a subire graffi alle proprie automobili. Spesso i truffatori le inseguono per diverso tempo tentando di estorcergli soldi e farsi rimborsare la manutenzione dei danni.

Nelle ultime settimane sono tantissimi gli episodi di questo genere avvenuti sul litorale romano. Come raccontato da Il Messaggero, gli ultimi casi riguardano per esempio il lungomare delle Sirene, sulla costa pometina, così come la Litoranea tra Campo Ascolano e Capocotta. A fomentare questi episodi soprattutto la mancanza di controlli e di vigili urbani sulla litoranea, rendendola un territorio congeniale per le truffe.

Cosa fare se si è vittime di una truffa automobilistica

Ecco perché, di fronte alla mancanza delle autorità, bisogna agire di astuzia e tutelarsi. Meglio negare di avere soldi e denaro con sé, è consigliabile invece temporeggiare e contattare la Polizia di Stato, carabinieri o vigili urbani. Se i soggetti sono sospetti e sostengono di aver fretta, si può anche prendere la targa dell’automobilista. Tutto fuorché pagare in contanti chi non ci ispira fiducia.

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