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Scuole, niente dad per alunni positivi, mascherine e settimana corta: cosa cambia da settembre

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Tra poche settimane si ritornerà tra i banchi di scuola. Dopo i mesi di pausa per godersi a pieno l’estate, studenti e professori torneranno in classe, ma la domanda di tutti è sempre la stessa: come saranno le regole ora che il Covid, purtroppo, non si può dire ancora sconfitto? Bisognerà indossare la mascherina? E ci sarà la didattica a distanza per gli alunni positivi?

Niente più DAD per gli alunni positivi  

Stando al vademecum del Ministero dell’Istruzione, che ha inviato alle scuole tutte le indicazioni in vista dell’inizio del nuovo anno, la didattica a distanza per gli alunni positivi non ci sarà. E non potrà essere neppure attivata, in maniera autonoma, dal singolo istituto. 

“Ai genitori che lo chiederanno dirò che c’è una disposizione del ministero. Il genitore può impugnare la decisione, ma il dirigente scolastico esegue quello che il dicastero decide. Le scuole non hanno autonomia decisionale sotto questo aspetto” – ha spiegato all’Ansa Cristina Costarelli, preside del Liceo Scientifico Newton di Roma e a capo di Anp del Lazio. 

Ci saranno le mascherine a scuola?

Altro tema caldo resta quello delle mascherine. Bisognerà indossarle? Da settembre ci si potrà sedere tra i banchi di scuola anche se raffreddati, a patto che i sintomi respiratori siano ‘lievi’ e non ci sia febbre. In questo caso, però, servirà la mascherina FFP2. Dispositivo di protezione anche per gli alunni e il personale fragile in possesso della certificazione necessaria. Nessun tipo di obbligo, invece, per tutti gli altri. 

Niente misurazione della febbre 

Negli istituti da settembre non sarà più prevista la misurazione della febbre all’ingresso. Ma per il rientro a scuola dei casi positivi è necessario l’esito negativo del test, molecolare o antigenico. 

Ci sarà la settimana corta?

C’è chi, tra le tante misure, ma questa volta per mettere un freno al caro energia, ha parlato di settimana corta. E di termostati giù durante i mesi invernali. L’iniziativa è partita dal Veneto: la provincia di Verona ha proposto di spegnere i riscaldamenti degli istituti il venerdì e di riaccenderli il lunedì, lasciando così che il sabato gli alunni delle scuole superiori seguano le lezioni da casa. Come alternativa, invece, c’è chi ha proposto di spalmare le ore del sabato su 5 giorni. Ma queste, almeno per il momento, restano ipotesi. E proposte. 

D’altra parte queste misure, quelle inserite nel vademecum, potranno cambiare su disposizione delle autorità sanitarie. La speranza di tutti, però, è che si ritorni in classe, lasciando un po’ alle spalle i periodi bui della pandemia. Tra lockdown, didattica a distanza e zero socialità per i ragazzi. 

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