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Tamponi in farmacia, fine dei prezzi calmierati: rischio aumento da oggi

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Con la fine dello stato di emergenza i tamponi potrebbero costare di più in Italia (in farmacia)

Sembrava quasi impossibile, proroga dopo proroga, ma finalmente ieri è terminato lo stato di emergenza, quello che il 31 gennaio di due anni fa l’ex premier Conte aveva proclamato per la prima volta. L’Italia vicina al lockdown e la minaccia del virus che si faceva sempre più prepotente, poi le attività chiuse, le regole severe impartite in ogni dove, il Paese suddiviso in zone colorate e ora, seppur gradualmente, uno spiraglio di normalità. Sì, perché alcuni obblighi sono caduti, dalla capienza negli autobus che torna al 100% all’utilizzo del Green Pass nei luoghi all’aperto. Ma se da una parte si può tirare un sospiro di sollievo, dall’altra c’è la nota dolente: con la fine dello stato di emergenza, infatti, decade anche il Protocollo d’intesa stipulato dal governo con le farmacie, che aveva imposto dei prezzi calmierati per i tamponi. 

Quanto costano da oggi (1 aprile) i tamponi in farmacia

Le farmacie da oggi, quindi, non sono più tenute a rispettare quei prezzi decisi dal Governo: 15 euro per gli adulti, 8 per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni e gratis per le persone con l’esenzione dalla vaccinazione. Ogni attività potrebbe decidere in maniera autonoma: aumentare il costo o lasciare tutto così com’è.  Certo è che la corsa ai tamponi non è finita perché la variante Omicron 2 continua a circolare e sono in tanti gli italiani che ogni giorno si sottopongono ai test per isolarsi, arginare la diffusione del virus, perché se lo stato di emergenza è finito, questo non si può dire (e purtroppo) della pandemia. 

Le rassicurazioni e il prezzo di rapidi e molecolari

Il ministero della Salute, come spiega il Messaggero, ha rassicurato tutti perché l’indicazione data alle farmacie è quella di continuare a mantenere i prezzi bassi. E ne è convinto anche il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia: “Anche se da oggi il Protocollo d’intesa che stabiliva prezzi calmierati per i tamponi non è più valido, abbiamo dato indicazioni ai nostri associati di continuare a offrirli a prezzi contenuti. Sono convinto che anche in questo caso prevarrà il grande senso di responsabilità che le farmacie hanno già dimostrato fin dalle prime fasi buie di questa pandemia. Le farmacie però aspettano istruzioni più precise. Siamo in attesa di indicazioni da parte delle istituzioni e, appena arriveranno, provvederemo ad avvertire i nostri associati”. 

Rassicurazioni sì, ma anche la possibilità di aumentare i prezzi perché ora le farmacie possono farlo. Comunque non saranno superiori ai 22 euro come previsto dall’accordo. Da quanto ho appreso da alcune farmacie –spiega Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma – il costo dovrebbe rimanere sui 15 euro per i tamponi antigenici normali e i 22 per i test COI, che anche prima della scadenza del Protocollo d’Intesa costavano un po’ di più”. 

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Le iniziative nel Lazio (e non solo)

Sul prezzo dei tamponi e su un possibile aumento (cosa che nessuno si augura) stanno intervenendo anche le Regioni. Come spiega il quotidiano romano, l’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha spiegato che tra le sue priorità c’è quella di continuare con le agevolazioni sui tamponi, in particolar modo per gli studenti. Ma non solo. Il responsabile chiederà anche al generale Tommaso Petroni, successore di Figliuolo, di aumentare la fornitura di anticorpi monoclonali, che si sono rivelati fondamentali per combattere il virus. Lo stesso accadrà in Campania, dove la Regione ha scritto ai farmacisti di non far salire il costo dei tamponi, ma di ritenere validi i prezzi calmierati. 

 

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