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Vaiolo delle scimmie a Roma, è allerta negli ospedali. Ecco quali sono i sintomi

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L'istituto Spallanzani dove sono stati riscontrati i casi di vaiolo delle scimmie

Dal Covid alle peste suina fino all’ultimo virus registrato a Roma. Perché dalla Spagna, Portogallo, Regno Unito, il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Italia e il primo caso è stato isolato all’Istituto Lazzaro Spallanzani: qui si trova il ragazzo, appena rientrato dalle isole Canarie, che ha mostrato i primi sintomi. Lui è il paziente zero, ma ora è stata avviata un’indagine epidemiologica per arginare la diffusione del virus, con l’obiettivo di individuare i contatti stretti. E tenere sotto controllo la situazione, che almeno per il momento non desta preoccupazione. In ogni caso, gli ospedali della Capitale si stanno preparando e i camici bianchi dovranno seguire nuove procedere e stare attenti ai sintomi, a quei campanelli d’allarme, come la febbre e gli sfoghi cutanei sul viso (e il resto del corpo). 

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie

Il vaiolo delle scimmie, come ha spiegato l’ISS, è un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma che si differenzia da questo per la minore diffusività e gravità. L’infezione può trasmettersi dall’animale all’uomo attraverso la saliva e altri fluidi dell’animale o con il contatto diretto. La malattia potrebbe anche diffondersi da uomo a uomo, ma come già detto è molto meno contagiosa del vaiolo umano. Si pensa, addirittura, che il virus possa trasmettersi per via orale diretto o contatto faccia a faccia prolungato, ma anche tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati, come la biancheria o l’abbigliamento. 

Quali sono i sintomi nell’uomo

Nell’uomo i sintomi più comuni sono:

  • febbre
  • dolori muscolari
  • cefalea
  • linfonodi gonfi
  • stanchezza
  • manifestazioni cutanee, come vescicole, pustole e piccole croste. 

Al Messaggero, Giulio Maria Ricciuto, direttore di medicina d’emergenza della Asl Roma 3 e presidente Simeu, ha spiegato che sono proprio le lesioni cutanee quelle da attenzionare. “Il personale di primo soccorso dovrà prestare la massima attenzione soprattutto agli sfoghi cutanei. In particolare sul viso, sui palmi delle mani e sotto le piante dei piedi – ha spiegato – perché con il progredire della malattia, nei primi giorni c’è la comparsa di bolle in queste zone. E sono proprio le bolle che possono aiutare il medico a individuare e confermare, in tempi rapidi, l’infezione. Si tratta infatti di eruzioni cutanee molto specifiche che ricordano le bolle della varicella o del morbillo. A quel punto l’ordine è di procedere con esami specifici di laboratorio e in caso di conferma, il paziente andrà isolato”

Qual è la cura

L’Oms ha rassicurato tutti perché la malattia spesso si esaurisce con i sintomi che di solito si risolvono entro 14-21 giorni e non è molto contagiosa tra gli uomini. In ogni caso, gli ospedali della Capitale sono pronti perché come ha spiegato Ricciuto, “già dalla scorsa settimana tutte le strutture sanitarie sono state allertate della nuova infezione. La diagnosi è fondamentale, ma si tratta comunque di una malattia curabile”. La situazione, quindi, sembra essere sotto controllo, ma una certezza c’è: i casi vanno isolati. A volte, basta solo il riposo per guarire, altre vengono somministrate antivirali, ma solo quando necessario.

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