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Venduti a privati 40 ettari dell’Appia Antica, un’associazione per persone disabili rischia lo sfratto

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Appia Antica a Roma

Pasticcio Regione Lazio, con 40 ettari dell’Appia Antica che sono stati ceduti a privati. Infatti, l’Ente regionale non avrebbe mai esercitato il diritto di prelazione sui terreni, che erano stati ceduti dall’Istituto Gerini per la cifra di 6,3 milioni d’euro. Fra gli acquirenti che hanno preso proprietà di quei terreni anche l’imprenditore Cetorelli, che ha la catena dei supermercati Pewex.

40 ettari dell’Appia Antica in mano a privati

I privati prendono mano di un bene inestimabile come quei terreni, mettendo però da oggi a rischio tutte le attività sociali che si svolgevano proprio in quel quadrante cittadino. Parliamo del futuro dell’associazione Ciampacavallo, che dopo trent’anni di attività teme lo sfratto dopo questa acquisizione. Un timore che andrebbe a distruggere una realtà virtuosa sul territorio, considerato come il gruppo associativo si occupava di assistenza alle persone con disabilità. Eppure, parliamo di terreni all’interno di un Parco Regionale. 

La vendita dei terreni

L’istituto Gerini ha deciso di vendere una parte dell’eredità del marchese Alessandro Gerini, che venne definito il “costruttore di Dio”. L’istituto, oggi presieduto dal salesiano Giampietro Pettenon, ha deciso di vendere una parte dei suoi beni per la modica cifra di 6.3 milioni d’euro, siglando 11 preliminari. La Regione Lazio su questa mossa, eccetto per una piccola porzione di quei fondi, ha deciso di non esercitare il diritto di prelazione. Una mossa, questa, che potrebbe avere ricadute negative su quell’ambiente.

Il futuro della onlus Ciampacavallo

Nell’incertezza di quegli ettari con una gestione privata, tali inquietudini toccano anche i volontari della onlus Ciampavallo, che rischiano dopo trent’anni di chiudere con la loro attività sociale. Questo nonostante tengano un centro diurno aperto per persone con disabilità e offrano l’ippoterapia. Al momento, l’associazione conta 1.200 iscritti, di cui 720 versano in condizioni di grave disabilità. La chiusura del Ciampacavallo, nel concreto, significherebbe togliergli un punto di riferimento per la loro vita. 

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