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Walter Biot, condannato a 30 anni di carcere l’ufficiale di Pomezia accusato di spionaggio

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Walter Biot

Niente ergastolo per Walter Biot, l’ufficiale della Marina di Pomezia, come chiesto dalla Procura Militare. Ma la condanna inflitta dal giudice è stata sicuramente dura: 30 anni di reclusione, grazie alle attenuanti generiche. Per l’accusa il Capitano di fregata in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa, nel marzo 2021, ha rivelato segreti militari a scopo di spionaggio e procacciato di notizie segrete a scopo di spionaggio, dando alcuni documenti classificati a un funzionario dell’Ambasciata russa in Italia in cambio 5 mila euro. 

Commercio di documenti segreti

Durante la requisitoria il pubblico ministero ha ricostruito l’intera vicenda, parlando anche alle prove che inchiodano Bolt, ovvero le immagini che riprendono il Capitano di fregata mentre scatta alcune foto allo schermo del computer e ad alcuni documenti – ben 19 – riservati, per poi scaricarli su una pen drive. Tra questi ne risultano alcuni della Nato secret e uno addirittura Top secret. I documenti fotografati sarebbero poi stati consegnati al funzionario russo Dmitry Ostroukhov per la cifra di 5 mila euro.

La condanna arriva in quanto per l’accusa Biot ha dimostrato un “elevato grado infedeltà e la capacità criminale, ma anche il triste tornaconto venale”. Pare che Biot avesse ceduto i documenti in quanto da qualche tempo la sua situazione economica non era delle migliori. 

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Chi è il pometino Walter Biot

Biot, sposato con un’insegnante, ha 4 figli e due cani. Viveva da anni al centro di Pomezia ed era conosciuto da molti come persona serissima e riservata. Il 58enne aveva intrapreso giovanissimo la carriera militare in Marina come sottufficiale ed era riuscito a diventare ufficiale grazie a un concorso interno, qualificandosi in seguito come “guida caccia”, ovvero come uno di quei  militari addetti alle varie operazioni aeree nelle loro varie forme, dalla gestione radar al controllo e alla guida, appunto, dei caccia intercettori. Nel 2010 è passato allo Stato maggiore della Marina Militare dove ha lavorato per due anni presso l’ufficio stampa, per poi passare al Gabinetto del Ministro della Difesa, occupandosi di cerimoniale, comunicazione e relazioni esterne. Il suo attuale incarico era al terzo reparto dello Stato maggiore della Difesa, ufficio Politica militare e pianificazione, dove si trattano le direttive politiche in tema di sicurezza e difesa e per poi tradurle in direttive tecnico-militari, oltre ad essere l’ufficio in cui si gestiscono le relazioni internazionali riconducibili al capo di Stato maggiore della Difesa e di elaborare le linee d’azione in materia di distensione e disarmo.

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