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Ardea, a scuola “vietato togliersi il cappotto”

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“Dopo il divieto di giocare davanti la scuola, ad Ardea arriva anche il divieto di togliersi il cappotto all’interno degli edifici scolastici. Ebbene sì, questa l’ultima novità di Ardea. Ma stavolta non è certo colpa di questa povera amministrazione Di Fiori, “bersaglio” delle telecamere dei tg nazionali, stavolta la responsabilità è di quei pazzi di genitori che pretendono che i propri figli stiano in un ambiente sicuro e confortevole come la scuola”. A pronunciare queste parole la consigliera comunale di opposizione Cristina Capraro, che ha raccolto il malumore di numerosi genitori. “Sebbene il freddo si sia fatto attendere – ha proseguito la Capraro – quest’anno nelle scuole del territorio sembrerebbe non si possano ancora accendere i sistemi di riscaldamento, a causa della mancata manutenzione delle caldaie. E così, se a Pomezia si lamentano perché si accendono i termosifoni quando ancora si gira a maniche corte, ad Ardea, stando alle decine di segnalazioni di genitori e insegnanti arrivate nell’arco degli ultimi due giorni, si va controcorrente: al 25 novembre, nonostante le rassicurazioni del sindaco e del vice-sindaco della settimana scorsa, a scuola è vietato togliersi il cappotto, pena febbre a 39, tachipirina a gogo e 4 giorni di sano riposo a casa”. La Capraro se la prende quindi con l’amministrazione di centrodestra guidata da Luca Di Fiori. “Questi atteggiamenti, oltre ai propri limiti di capacità politica, amministrativa e gestionale dovrebbero indurre l’uomo Di Fiori a fare una seria riflessione sulla sua esperienza di sindaco ed, ammettendo il suo fallimento, avere il coraggio di restituire ai cittadini di Ardea il diritto-dovere di scegliersi una nuova e migliore amministrazione”.

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