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Al Centro Sperimentale di Volo di Pratica di Mare “Occhi che sorridono”

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Si è tenuto questa mattina l’emozionante incontro tra un gruppo di giovani pazienti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e alcuni alti graduati dell’Aeroporto di Pratica di Mare, in occasione della ormai tradizionale giornata titolava “Occhi che sorridono”. E gli occhi dei bambini, non appena hanno iniziato la loro visita al Reparto Sperimentale di Volo (RSV), hanno iniziato davvero a brillare di gioia.

I 16 ragazzini, tra i quattro e i diciannove anni, provenienti dal reparto oncologico del nosocomio capitolino, sono stati accolti dal Generale di Divisione Area Fabio Molteni, Comandante del CSV, e hanno prima assistito ad un filmato che mostrava le attività che si svolgono al Centro e poi hanno potuto emozionarsi ancora di più guardando da vicino gli aeroplani militari.

Un evento che si ripete ormai da anni, vista non solo la sensibilità di tutto il corpo militare di Pratica di Mare, ma anche grazie alla predisposizione dell’Aeronautica per aiutare, anche solo donando un sorriso, i bambini malati.

Abbiamo intervistato il Generale Alessandro De Lorenzo, classe 1969, pilota dal lontano 1994, iniziando presso lo Stormo di Grosseto per poi conseguire la qualifica di “combat ready” nei ruoli di caccia intercettore. Un uomo che è stato sul campo, o meglio nel cielo, per così tanti anni da realizzare un curriculm imponente che lo ha portato nel 2011 al comando della Joint Air Task Force, in Afghanistan, e ora comandante dell’aeroporto De Bernardi.

Gen. Alessandro De Lorenzo

– Generale De Lorenzo, gli occhi che sorridono come sono? “Sono la nostra viva soddisfazione: i bambini ci danno la felicità. In loro investiamo molto perché sono il nostro futuro. Così spieghiamo l’importanza dell’impegno, della preparazione, dello studio, proprio attraverso questi incontri. Del resto i nostri militari di Pratica di Mare hanno sempre compiuto anche missioni importanti per il trasporto di bambini per esempio con malattie infettive, mettendo in sicurezza loro e il personale. Ci siamo anche presi cura di loro quella volta che mandammo dieci tonnellate di coperte in zone desolate e isolate dell’Afghanistan, o portando in Italia quelli colpiti da Chernobyl”.

– Il vostro è un aeroporto particolare e unico in Italia, perché? “Per i reparti presenti al De Bernardi: quello sperimentale per il volo; quello chimico, quello dell’armamento e quello di medicina. In questo momento con i giovani del Bambino Gesù sono in visita anche alcuni medici, cui mostreremo il nostro reparto. E’ da notare che i nostri rapporti con gli enti sanitari garantiscono quotidianamente il trasporto di persone malate da Genova e Firenze”.

– Dopodomani sarà il 2 giugno e le Frecce Tricolore dipingeranno il cielo facendoci rabbrividire per le loro spericolate acrobazie e gioire per i colori che strieranno il cielo. “Sì, gli aerei arriveranno sfrecciando, ma le assicuro che tutto quel volteggiare, picchiare è frutto di un grande studio a tavolino per la sicurezza, innanzitutto a terra degli spettatori e dei piloti”.

– In seguito che eventi avete in programma? “Il 25 giugno ricorrerà il centenario della nascita dei gruppi caccia italiani e ci sarà una festa”.

Con l’incontro di oggi abbiamo appreso che  il Centro Sperimentale di Volo si occupa molto di ricerca, anche chimica e medica, per far fronte a tutte le esigenze dei militari del cielo.

Come spiega il tenente colonnello Alessandra Bandiera, quando un pilota affronta un volo di quel genere, con quei mezzi, lo stress emotivo e fisico è altissimo, al punto che il loro servizio dura fino a circa quarant’anni, cominciando dai ventotto, dopo tanti anni di preparazione fisica e studio.

Durante la mattinata, assolata e calda, si è potuto assistere ad uno dei mitici voli acrobatici che i piloti compiono: il rombo assordante dei motori a cherosene impediva il dialogo, ma, del resto, l’attenzione era tutta rivolta allo sfondo azzurro dove quella freccia grigio topo, dal muso affusolato, un T346A, volteggiava leggiadramente con “sole” 4,5 tonnellate di carburante.

Marina Cozzo

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