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Pomezia, ancora scontro PD-Fucci: cinque onorevoli si rivolgono a Padoan e Alfano

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PD-Fucci, ennesimo atto (per i ‘capitoli’ precedenti leggi qui, qui e qui). Il nuovo attacco arriva direttamente dal Parlamento dove il deputato del Partito Democratico Andrea Ferro, insieme a quattro colleghi, ha sollevato dubbi sull’amministrazione di Piazza Indipendenza, dubbi che riguarderebbero la gestione dell’appalto dei rifiuti raccolti e presentati al Ministro dell’economia Padoan e ad Angelino Alfano all’interno di una lunghissima interrogazione.

In particolare, al Primo Cittadino di Pomezia viene contestata l’assegnazione dell’appalto per la raccolta dei rifiuti al CNS sottolineando come ci sarebbero state irregolarità sia nello svolgimento della gara, sia nello svolgimento effettivo del servizio. I fatti contestati sono noti (il presunto coinvolgimento in Mafia Capitale, le perplessità circa l’affidamento ecc., tutti punti sui quali comunque Fucci ha già dato la sua versione): il Sindaco di Pomezia avrebbe violato la legge e quanto previsto nello stesso piano contro la corruzione approvato dal Comune, arrivando – sostengono – a suddividere alcuni lavori per evitare gare pubbliche, su tutti il completamento della strada di collegamento tra via Fratelli Bandiera e la via del Mare. Non solo. Per i parlamentari ci sarebbero irregolarità anche sulle “modalità e i criteri per l’accesso ai fondi stanziati per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili“, ove “sembrerebbe evidenziarsi da parte dell’amministrazione comunale di Pomezia un mancato rispetto delle procedure e dei criteri fissati dal decreto-legge n. 35 del 2013 nel procedere ai pagamenti dei debiti certi ed esigibili della pubblica amministrazione alla data del 31 dicembre 2012 e ciò sembrerebbe aver determinato una conflittualità tra il dirigente dei servizi finanziari del Comune e l’amministrazione comunale, nonché una presa di posizione da parte dei revisori dei conti che vede mettere in dubbio l’operato dell’amministrazione comunale”.

La palla passa così ai due ministri, chiamati ora a decidere, come chiedono i cinque parlamentari, se esistano o meno le condizioni per avviare una verifica da parte degli opportuni servizi ispettivi per far luce sulla situazione contabile e finanziaria dell’ente.

 

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