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Bonus in busta paga fino a 3.000 euro: a chi spetta e come funziona

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Un nuovo bonus per chi ha una busta paga inferiore ai 3.000 euro. Sarebbe questa la nuova ipotesi vagliata dal Governo di Giorgia Meloni, nonostante il Premier, anche stamattina, abbia definito determinati aiuti statali “totalmente inutili” e soprattutto dannosi per il Paese. Resta però come vogliano comunque pensare a un incentivo per chi ha busta paga sotto i 3.000 euro, nella concezione di provare ad aumentare il potere di acquisto delle famiglie coi redditi medio-bassi. 

Il bonus per la busta paga fino a 3.000 euro

Un bonus da 3.000 euro studiato per i dipendenti: come annunciato dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, la misura dovrebbe entrare in vigore col prossimo dl Aiuti-quater, che verrà approvato in settimana. Del beneficio si faranno carico le aziende, nel caso in cui decidano di aderire a un incentivo che potrebbe risultare determinante per rendere più solido il reddito dei propri lavoratori dinanzi alla crisi economica in atto. Un anticipo di ciò che dovrebbe accadere il prossimo anno, visto che uno degli obiettivi del governo Meloni è quello di attuare un significativo taglio del cuneo fiscale e far crescere così gli stipendi netti a parità di lordo.

Il problema dell’erosione del potere d’acquisto si trascina avanti da tempo, ed è chiaramente aggravato dall’impennata dell’inflazione. Irrobustire le retribuzioni può divenire una contromossa efficace, ma tutto il peso non può ricadere solo sulle spalle delle imprese, anch’esse costrette a pagare dazio per la crisi energetica ed economica. Sono due i passi previsti per migliorare la situazione in tal senso. Il primo è quello di incentivare le imprese a incrementare le retribuzioni dei lavoratori tramite l’erogazione di premi esentasse.

Come cambierebbero gli stipendi?

Il secondo, come anticipato, quello di arrivare a un taglio del cuneo fiscale che possa superare quello al 2% già realizzato dal governo Draghi: gli stipendi lordi sarebbero identici, ma i dipendenti beneficerebbero di un netto più consistente. Come annunciato a “Il Corriere”, Freni ha anticipato l’intenzione da parte del nuovo esecutivo di innanzare fino a 3.000 euro la soglia dei bonus esentasse che le aziende possono erogare ai propri lavoratori. Un passo importante, dato che, in assenza di specifiche misure, a ogni incremento di stipendio corrisponde un aumento delle imposte per il datore di lavoro.

La manovra dovrebbe essere inserita già nel dl Aiuti-quater, che conterrà anche le misure per contrastare il caro energia.”Daremo la possibilità alle imprese di erogare un premio ai dipendenti esente da tassazione fino a 3.000 euro. Le imprese potranno così aiutare i dipendenti a fronteggiare il rincaro del costo della vita”, ha spiegato il sottosegretario, “senza l’interposizione di un cuneo fiscale e senza cristallizzare aumenti salariali che potrebbero risultare insostenibili”.

L’azione delle aziende

Non è ancora chiaro, in quanto non specificato durante le anticipazioni, se suddetto bonus rientrerà o meno tra i “fringe benefit”, di recente innalzati fino alla soglia di 600 euro: quindi ancora è ignoto il fatto che l’incentivo possa essere limitato solo a determinate categorie di beni/servizi (ad esempio il pagamento delle utenze domestiche) o ampliato per includerne altre. Ovviamente le aziende avranno la possibilità di scegliere se adottare o meno questa misura per i propri dipendenti e non sarà imposto alcun obbligo.

Si aggiunga, inoltre, che i 3.000 euro dovrebbero essere il tetto del bonus, ovvero la cifra massima per la quale non è prevista la tassazione. Dal canto suo, il lavoratore potrebbe beneficiare appieno dell’incentivo, dato che esso non rientrerebbe nell’imponibile. Ogni dubbio a riguardo sarà chiarito con la pubblicazione del prossimo decreto Aiuti.

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