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Foibe, venerdì 10 febbraio è giorno del ricordo delle vittime

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Foibe Esule Giuliana

Venerdì 10 febbraio la memoria collettiva è chiamata a ricordare i massacri delle Foibe, un evento su cui buona parte della storiografia contemporanea e futura dovrà lavorare per esaurire un tema tanto complesso quanto drammatico della nostra storia italiana, ma la cui portata ha un valore universalmente umano. Si ricorda, ancora una volta, per non dimenticare. Perché l’oblio non è mai la soluzione, e perché sia di monito per il futuro.

Foibe Esule Giuliana
Foto da cortonaeventi – Instagram

I massacri delle Foibe: il 10 febbraio per non dimenticare

Eventi efferati, drammatici eccidi avvenuti ai danni di militari civili italiani autoctoni del Friuli Venezia Giulia, del Quarnaro e anche della Dalmazia, durante e in seguito all’innesco del Secondo Grande Conflitto Mondiale per opera dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Il terribile nome di ”Foibe”, con il quale vengono usualmente denominati tali eccidi, deriva dai mostruosi inghiottitoi carsici – voragini rocciose dell’altopiano del Carso – all’interno dei quali i corpi delle vittime furono gettati. Alcuni di questi erano ancora in vita quando furono scaraventati in quelle terribili ferite della terra, veri e propri gorghi della morte. 

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La Giornata del ricordo e gli eccidi

Migliaia di vittime tra istriani, triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, giudicati colpevoli di essersi opporti all’espansionismo comunista slavo che in quegli anni veniva brutalmente portato avanti e propugnato dal Maresciallo Tito. Al momento la storiografia registra oltre 1700 foibe. Tuttavia, come anticipato, gli studi in tal senso sono ancora in corso d’opera, attraverso documenti, testimonianze, registri ed archivi, e il numero di vittime è ancora ben lontano da una precisa quantificazione. Le stime sono orrende, parlano di più di 10.000 persone uccise, gettate spesso ancora vive nelle cavità rocciose. 

Il contesto storico delle Foibe

Il triste evento va inquadrato storicamente come l’epilogo di una secolare e gravosa lotta per il predominio sull’Adriatico orientale, che fu conteso sia da popolazioni italiane che slave, in prevalenza croate e slovene. Questa lotta, a sua volta, è legata a quel fenomeno macroscopico che di volta in volta ha contrassegnato le diverse nazioni europee e non, e cioè l’affermasi degli stati nazionali. Un’affermazione resa ancora più cruenta e difficile dal momenti che tali territori furono da sempre etnicamente misti. Un diverso sentore identitario, nazionale ed etnico causato da processi che, nella maggior parte dei casi come affermano diversi storici, furono costruiti politicamente nel corso degli anni. 

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