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Atterra a Fiumicino con orologi contraffatti: sequestrato un carico di 200 Smart Watch ‘fasulli’

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offerta di lavoro all'aeroporto di Fiumicino

Ha cercato di introdurre sul mercato italiano orologi contraffatti, ma è stato beccato dalle forze dell’ordine che svolgono all‘aeroporto di Fiumicino servizi anche in relazione al traffico di merce illegale, oltre che per la sicurezza dei viaggiatori. Sono stati i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli e Finanzieri del Comando Provinciale di Roma a bloccare l’introduzione dall’estero in Italia di orologi da polso recanti il marchio fasullo “Smart Watch”, deferendo una persona all’Autorità Giudiziaria di Civitavecchia per ipotesi di reato di importazione di merce contraffatta.

I sospetti su una spedizione proveniente dalla Cina e gli accertamenti

Si è trattato di un’operazione congiunta svolta dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino, insieme ai funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Roma 2, i quali,  nel corso di controlli di routine sulle merci in ingresso nell’Unione Europea, sono stati attratti da una spedizione sospetta proveniente dalla Cina. A seguito di accertamenti mirati le forze dell’ordine hanno 200 pezzi del famoso marchio tutelato dalla “Apple Inc.”,  multinazionale statunitense tra i leader nella produzione di prodotti hi-tech. Sono bastati alcuni accertamenti mirati su quei prodotti per stabilire che non si trattava di orologi autentici, ma che erano contraffatti.

Un’operazione finalizzata a contrastare traffici illeciti

Si è trattato di uno dei tanti servizi che vengono svolti dalla Guardia di Finanza e dai funzionari doganali di stanza presso l’aeroporto di Fiumicino. Attività che sono finalizzate, tra le altre cose, a contrastare traffici illeciti e che si inseriscono nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti,  hanno così impedito che i prodotti contraffatti raggiungessero gli scaffali dei negozi di elettronica, traendo in inganno anche il consumatore più esperto. Solo la perizia di un tecnico è stato in grado di stabilire che si trattava di falsi e indurre finanzieri e funzionari dell’Agenzia delle Dogane a denunciare il possessore e sequestrare la merce. 

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