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Ostia, follia al pronto soccorso: ‘Ho mal di testa’, ma è drogato, poi aggredisce vigilantes e medici

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pronto soccorso ospedale Grassi Ostia

Ore concitate all’ospedale Grassi di Ostia. Un ragazzo, poi risultato positivo all’Ecstasy, si è presentato intorno alle 21.30 di sabato al pronto soccorso a causa di una forte cefalea. Ma una volta entrato in sala d’attesa, il giovane è subito apparso nervoso, inveendo sia contro il personale sanitario che contro i vigilantes.

L’aggressione: ore calde al pronto soccorso Grassi di Ostia

Da lì in avanti, è iniziato un vero e proprio calvario. I medici, dopo essersi avvicinati al giovane per effettuare i test alcolemici e tossicologici, hanno scoperto che L.M. – questo il nome del ragazzo – era positivo all’Ecstasy, una droga che, una volta assunta, provoca effetti come malessere, respiro affannoso e paura. L.M. ha quindi aggredito chiunque gli si trovasse di fronte: prima due vigilantes, poi gli infermieri (minacciati con spinte e insulti) e infine anche il medico, quest’ultimo accusato di aver falsificato i risultati, minacciato di morte e colpito al volto con un pugno. A fatica, i due vigilantes sono infine riusciti a bloccare il ragazzo e a chiamare le forze dell’ordine.

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Prima la quiete apparente, poi le nuove minacce

Ma non è finita qui. Davanti agli agenti, il giovane si è strappato la flebo che aveva sul braccio e si è cosparso il volto di sangue per far credere alle forze dell’ordine di essere stato aggredito. Il tutto mentre le ore passavano e il pronto soccorso, di fatto, rimaneva bloccato. Intorno alle due di notte, la situazione è sembrata calmarsi: grazie a un’opera di convincimento dei medici, L.M. ha assunto le medicine necessarie a combattere la cefalea e a lenire le ferite provocate dalla flebo strappata con violenza dal braccio. Ma ancora una volta, nonostante il tentativo di mediazione della moglie, arrivata al pronto soccorso dell‘ospedale Grassi vista la situazione, il ragazzo ha di nuovo dato in escandescenza e ha iniziato ad inveire contro i medici, tentando nuovamente di colpirli e minacciandoli.

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