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Ostia, ‘Vogliamo dormire, la finite?’: scende in strada e viene massacrata di botte da due cileni

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polizia notte

Sembrerebbe una notizia vecchia, invece no. Pestata di botte per aver chiesto di poter dormire. È un copione che si ripete, anche se con qualche variante. Che nasconde dei risvolti inquietanti. Tutto si svolge nella notte di oggi, 19 giugno, a Ostia.stia, nei pressi di via Forni, intorno alle ore 3:30. Un’auto inizia a percorrere la strada avanti e indietro, suonando il clacson a ripetizione e svegliando i residenti.

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Urla e colpi di clacson in piena notte 

La scena va avanti per circa un’ora. Il campo si restringe. Alla guida della vettura c’è una donna, che dal racconto dei residenti sembra essere una cilena. Accanto a lei un altro straniero. Si mettono sotto l’abitazione di un gruppo di connazionali e iniziano a strombazzare con il clacson, forse per farli scendere, oppure per comunicare loro qualcosa in modo non ortodosso.

Ma è notte fonda, i suoni si amplificano e sono in molti a svegliarsi per i rumori. “Smettetela!” urla qualcuno. Qualcun altro si affaccia alla finestra. Ma la donna continua a fare avanti e indietro e a suonare il clacson. Poi si ferma, poco prima delle 4:30, sempre strombazzando. Alcuni residenti, innervositi e stanchi da quanto sta succedendo, decidono di scendere. 

L’aggressione violenta

Tra loro una donna che, scesa per prima, viene aggredita violentemente dalla coppia, evidentemente “su di giri”. La signora, che si era permessa di chiederei due  di smetterla, viene picchiata e sbattuta con forza contro l’auto. A causa dei colpi ricevuti riporterà la frattura di un braccio e del setto nasale. Scendono altre persone, che riescono a togliere la donna dalle grinfie dei due. Altrimenti chissà come sarebbe potuta finire.

La donna si reca al pronto soccorso dell’ospedale Grassi, dove viene ricoverata. Ma non denuncia, ha troppa paura di ritorsioni. Mezz’ora dopo, sul lungomare, un cileno è oggetto di un’aggressione armata. Viene ferito da colpi di arma da fuoco a un fianco. È grave. Anche lui viene portato al Grassi. Probabilmente i due episodi non sono collegati, ma la continuità temporale fa riflettere. Che qualcuno, estraneo alla donna ma comunque residente in zona, si sia esasperato dal comportamento dei “vicini” di casa? Oppure l’agguato sul lungomare è una vendetta tra clan?

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