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Ostia, sparatoria all’alba: ferito 36enne cileno, forse una vendetta

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Se la sono vista brutta due anziani coniugi rimasti vittima, la notte dello scorso 30 giugno, di una rapina

Si spara ancora a Ostia. Dei colpi di arma da fuoco sono stati sentiti da diverse persone questa mattina all’alba, intorno alle ore 5:00. I colpi hanno risuonato nei pressi dell’ex colonia Vittorio Emanuele, sul Lungomare Duca degli Abruzzi all’altezza di piazza Scipione Africano, vicino allo stabilimento “Arcobaleno”. Sul posto sono accorsi gli agenti della Polizia del X Distretto, che però non hanno trovato nessuno. Ma, a seguito di una brevissima indagine, un uomo con una ferita da arma da fuoco è stato rintracciato al pronto soccorso dell’ospedale Grassi. Si tratta di uno straniero, un cileno di 36 anni. 

Sparatoria a Ostia

La sparatoria è stata segnalata da numerose chiamate al 112. “Ho visto una persona ferita e una che scappava”, ha riferito un testimone al telefono alla polizia. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e una volante della Polizia di Stato. Ma da un primo sopralluogo gli agenti non sono riusciti a trovare segni di quanto riferito dalle segnalazioni. A terra, infatti, non erano presenti bossoli né tracce di sangue. Ma è bastato poco per trovare il 36enne vittima della sparatoria. 

Le condizioni dell’uomo, ferito ad un fianco, sembrano essere gravi. Il 36enne è stato sottoposto a intervento chirurgico per l’asportazione del proiettile. Sul posto dell’agguato, invece, si è recata la polizia scientifica, insieme alla squadra mobile, per effettuare i rilievi, per cercare di ricavare elementi utili a identificare gli autori. 

L’aggressione il giorno prima

Solo il giorno prima c’era stata una violenta aggressione che aveva visto protagonista un altro cileno. La notte tra sabato e domenica, infatti, due stranieri, un cileno e un sudamericano, si erano accoltellati in via Giuliano da Sangallo. Ad avere la peggio il sudamericano, un ragazzo di 27 anni ricoverato in fin di vita al Grassi. Il cileno, invece, un giovane di 19 anni, era stato portato al S. Eugenio. Prima di questa lite a suon di coltelli, c’era stata una rissa a poca distanza, sempre tra stranieri, che si pensa fosse collegata all’aggressione. 

Lotta tra clan?

Le ipotesi al vaglio sono varie. Quanto successo potrebbe essere una faida tra clan rivali che si stanno contendendo le piazze dello spaccio. Lo dimostrerebbe il fatto che quello di questa mattina all’alba sembra essere un vero e proprio agguato (l’uomo è stato colpito a un fianco) e che, dopo essere stato ferito, sia “sparito” senza attendere i soccorsi. Così come per le gambizzazioni avvenute nella sera di sabato al Tiburtino, quando sono stati feriti due pregiudicati poi lasciati davanti all’ospedale Sandro Pertini da qualcuno che poi si è dileguato, anche questa volta chi ha accompagnato il 36enne al pronto soccorso ha fatto perdere le proprie tracce. 

L’aggressione alla vicina di casa: la pista inattesa

Ma ci sono anche altre ipotesi. Poco prima dell’agguato, infatti, i residenti hanno sentito una donna urlare sotto l’abitazione dove vivono alcuni cileni. La donna per quasi un’ora ha fatto avanti e indietro con la sua auto, suonando il clacson, svegliando gli abitanti. Anche la donna sembra essere di nazionalità cilena e, dai racconti dei testimoni, era in compagnia di un connazionale. Molte le persone che sono scese. Tra queste, una delle residenti che, per aver chiesto a lei e al suo accompagnatore di smetterla di fare rumore. Ma, per tutta risposta, i due l’avrebbero presa con violenza e picchiata violentemente. Poi è stata sbattuta contro la macchina, rompendole un braccio e il setto nasale. La donna, spaventata, è andata al pronto soccorso, ma non ha denunciato l’episodio alle forze dell’ordine.

Che qualcuno, stanco dei continui soprusi e di quanto avviene nell’appartamento abitato dai cileni, si sia voluto vendicare? Ovviamente si tratta di una pista che solo le forze dell’ordine potranno e dovranno valutare. Così come dovranno valutare anche l’aggressione, seppur non denunciata, subita dalla donna poco prima della sparatoria.

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