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Roma, padre orco abusa della figlia piccola nel campo rom: “Mi costringeva a vedere cartoni animati porno”

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Ragazza violentata

Roma. Gli abusi proseguiti per anni, un segreto soffocato a forza dentro di sé per cercare di andare avanti. Poi, a distanza di tempo, l’orrore fuoriesce svelando l’incubo e le violenze subite per mano di chi, invece, avrebbe dovuto proteggerla. Adesso l’uomo, un padre-orco come si usa dire in questi casi, è finito a processo. E si cerca di capire cosa abbia passato davvero questa ragazza, all’epoca dei fatti un’innocente bimba di soli 8 anni, che sarebbe stata abusata più e più volte nel corso del tempo.

L’orrore nel campo rom a Roma: padre orco abusa della figlia

Questa storia ha inizio nel campo rom della Monachina, sull’Aurelia, dove la famiglia della ragazzina ha vissuto per circa un anno. Secondo la ricostruzione le prime violenze sarebbero iniziate nel 2013 per poi proseguire per i successivi 5 anni anche dopo il trasferimento in un’altra abitazione. Abusi ripetuti e quelle parole, sempre le stesse, per costringere la figlia a non parlare con nessuno di quello che subiva: “E’ un segreto, non dirlo a nessuno. E’ una cosa nostra”. Non solo. Oltre alle violenze l’uomo avrebbe costretto la bambina, che nel frattempo diventava adolescente, a guardare un cartone animato pornografico, il tutto – come si legge negli atti della Procura – per “indurla a subire nuovi atti sessuali”.

La confessione e le indagini: uomo a processo

Tutto questo è rimasto seppellito nella coscienza della vittima, oggi una giovane ragazza, fin quando, in piena pandemia, la frequentazione con un ragazzo l’ha spinta a confessare tutto. Prima ad un’amica, poi alla madre. La ragazza parla anche con la sorellina più piccola per capire se anche lei abbia subito il medesimo orrore; insieme si rivolgono anche ad un’associazione che si occupa di abusi e maltrattamenti mentre nel frattempo la denuncia alle forze dell’ordine fa avviare le indagini. Adesso l’uomo, di origini romene, è accusato di violenza sessuale aggravata”. Secondo Il Messaggero, che ha pubblicato stamani la notizia, i familiari della ragazza, prima del suo interrogatorio, avrebbero tentato di dissuaderla per evitare le conseguenze all’uomo. Ma adesso sarà il processo a stabilire la verità dei fatti.

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