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Roma, 410 mila studenti rientrano in classe e i pediatri tremano: ‘Temiamo un’impennata del Covid’

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mascherine Covid

Sono state vacanze lunghe quelle appena trascorse. Domani 9 gennaio,  però, gli studenti rientreranno in classe per riprendere la loro attività scolastica. Non senza qualche preoccupazione per il Covid. Gli esperti temono ci possa essere un aumento di casi, ai quali si potrebbe sommare anche l’incremento di contagi per il virus stagionale.

Il rientro in classe per 410 alunni

Dopo 17 giorni di stop domani suonerà la campanella per 410 mila alunni di scuole materne, elementari, medie e superiori a Roma. Un rientro in ‘massa’ che fa tremare i pediatri in particolare, visto che il segretario del Lazio della Federazione italiana medici pediatri, Teresa Rongai, sottolinea a Il Messaggero: “I più piccoli rappresentano la fascia più colpita dal Covid. Per questo siamo preoccupati dalla riapertura delle scuole, che, specie in assenza delle precauzioni utilizzate negli ultimi anni, possa creare una crescita rilevante delle infezioni”. Una posizione quest’ultima condivisa anche dal segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale, Pierluigi Bartoletti che dichiara: “Con la riapertura delle scuole è molto probabile ci sia una nuova risalita dei contagi, proprio a partire dai più giovani”.

Come fare a prevenire i contagi

La preoccupazione nasce non solo dalla vita in classe, ma anche dallo spostamento sui mezzi pubblici. È per questo motivo che i pediatri chiedono aiuto alle famiglie soprattutto sollecitando di sottoporre a vaccino i bambini dai sei mesi ai cinque anni di età. “Anche per evitare – rileva Rongai – una concomitanza tra Covid e influenza stagionale”. Gli esperti raccomandano, inoltre, di sottoporre i bambini a tampone prima del rientro a scuola, per proteggere i compagni di classe e le persone con le quali entrano in contratto, ma soprattutto le fasce più fragili della popolazione “sempre meno protetti, come dimostra l’elevata proporzione di pazienti che non hanno fatto la dose di richiamo negli ultimi sei mesi e stanno arrivando in ospedale con conseguenze dell’infezione da Covid”.  

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