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Erano assenti 300 giorni l’anno: licenziati 33 ‘spazzini’ a Roma

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Un diffuso assenteismo quello registratosi all'interno di Ama che ha portato al licenziamento di 33 persone. I dettagli.

Licenziati da Ama, la municipalizzata che si occupa della gestione di rifiuti di Roma, alcuni dipendenti che hanno abusato delle assenze ingiustificate. Dal primo novembre ad oggi sono state trentatré le persone licenziate, basti pensare che solo nel mese di dicembre si sono accumulati ben 300 giorni di “sparizioni” immotivate da parte di un gruppo di dipendenti. Inoltre, non sono poi mancati i casi di “furbetti del cartellino”. 

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Il diffuso fenomeno dell’assenteismo e i licenziamenti in Ama

Una vera e propria “operazione di pulizia interna” quella effettuata dalla municipalizzata e che, come già detto, ha portato al licenziamento di 33 lavoratori. L’operazione è stata resa necessaria dal momento in cui il fenomeno dell’assenteismo stava iniziando ad assumere dei contorni pericolosi, una deriva che con il passare del tempo si stava rivelando deleteria. In merito, anche il codice disciplinare non veniva applicato come sarebbe stato necessario. Infatti, dopo 4 giorni di assenza ingiustificata è previsto il licenziamento. Ora, l’azienda si limitava a sospendere i lavoratori per 10 giorni. Adesso, invece, scatta il licenziamento e, nelle fattispecie, dei trentatré lavoratori mandati via, una ventina avevano iniziato a fare assenze ingiustificate più volte ed anche per lunghi periodi. Anche 100 giorni in un anno. Gli effetti dei provvedimenti si sono visti in quanto dai 300 giorni dello scorso dicembre, ora si è scesi a 20 al mese. 

Le assenze per malattia (e non solo)

Poi, c’è anche la questione delle assenze dovute a motivi di salute che, nella municipalizzata, rappresentano il 10% dei casi. Ora, le assenze per motivi di salute possono essere sì vere e purtroppo celare problematiche anche gravi ma possono anche rappresentare degli abusi. In merito Ama non ha mancato di far arrivare sette lettere di addio ai dipendenti che hanno superato il limite massimo di giorni a disposizione per chi si è messo in malattia. Altri tre licenziamenti sono poi avvenuti nei confronti degli operatori che hanno patteggiato in tribunale per il furto di carburante poi rivenduto. 

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