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Roma, Luca Battisti accoltellato a Termini: “Mi sono ritrovato la milza in mano, sono vivo per miracolo”

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Luca Battisti è l’uomo di 46anni accoltellato lo scorso 5 febbraio alla Stazione Termini di Roma. Un luogo sempre più spesso teatro di aggressioni, rapine e violenza, come a fine 2022 quando una turista israeliana era stata assalita alle spalle da un senza tetto, colpita da alcuni fendenti e lasciata a terra. A inizio mese un altro gravissimo episodio: una brutale aggressione a scopo di rapina per pochi spicci e per il cellulare ai danni del 46enne, finito in Ospedale con profonde ferite all’addome. Episodi che lasciano sgomenti soprattutto perché parliamo della prima stazione ferroviaria della Capitale: dove la sicurezza dovrebbe essere una priorità e dove, invece, purtroppo la criminalità continua a imperversare. 

Il racconto choc di Luca Battisti, il 46enne accoltellato a Termini

Luca, giunto a Roma per lavoro, stava camminando vicino alla Stazione, quando è stato avvicinato da un uomo che ha tentato di sfilargli il cellulare. Il 46enne, di professione cameriere, istintivamente ha reagito ed è stato picchiato. E poi accoltellato. Tre in tutto gli aggressori considerando che altre due persone erano intervenute a dare manforte al rapinatore: si tratta di tre ragazzi nordafricani di 40, 31 e 19 anni, individuati e arrestati dalla Polizia, che ora devono rispondere di rapina aggravata e tentato omicidio. Oggi fortunatamente Luca Battisti non è più in pericolo di vita e ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica. “Mi sono difeso ma all’improvviso mi sono ritrovato con la milza in mano”, è il racconto choc del giovane. “Forse ho sbagliato a reagire, ricordo che ho sferrato qualche pugno, prima di ritrovarmi letteralmente con l’intestino in mano”.

“Termini non è un luogo sicuro”

Il ragazzo ripercorre quanto è successo dopo l’aggressione, avvenuta in Via Giolitti. Luca ha provato a inseguire i malviventi, ma le ferite erano troppo profonde. Quindi ha chiesto aiuto a una Volante della Polizia prima di perdere conoscenza. “Credo che in una stazione come Termini debba esserci sempre un’ambulanza fissa”, prosegue il 46enne (un problema già segnalato ad esempio anche per la stazione Tiburtina). E sull’area della stazione aggiunge: “Non può considerarsi un posto sicuro. Purtroppo non mi sono accorto di essere capitato da quella parte della strada soltanto all’ultimo, altrimenti avrei evitato. Avevo già capito che aria tirava. Tra l’altro sempre a Termini mi avevano già rubato il cellulare pochi giorni dopo il mio arrivo a Roma“. Infine il 46enne riflette sul suo futuro: “Mi sento graziato da Dio. Andare via da Roma? No, prima voglio rimettere le cose a posto. Avevo trovato già due lavori, e avrei dovuto iniziare il secondo il giorno dopo l’aggressione. Il ristorante ha detto che mi aspetta e io voglio essere ottimista”

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