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Roma, morto a 300 all’ora sul GRA: a Prima Porta spunta un gazebo abusivo per Nicholas Brischetto

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gazebo abusivo a Prima Porta per ricordare Nicholas Brischetto

Non bastava la sfilata delle Ferrari e delle auto di lusso all’interno del cimitero. Adesso c’è anche, in barba a tutti gli altri defunti e ai loro cari che li pregano in modo riservato, quello che sembra quasi un tendone da circo o da bar, con tanto di nome inciso a segnalarne la proprietà. Una sorta di gazebo, per indicare che lì, in quel punto del Cimitero di Prima Porta, è sepolto Nicholas Brischetto, il 22enne morto nella notte del 9 luglio in un terribile incidente.

Nicholas Brischetto era morto dopo quella che era sembrata una corsa folle. Il ragazzo si era schiantato a 300 all’ora, alla guida della sua Audi R8 bianca in una folle notte fatte di corse e musica, il tutto ripreso dal telefonino di un amico. È successo lo scorso 9 luglio. Da quel giorno parenti e amici hanno fatto di tutto per ricordarlo in modo eclatante, a partire da un maxi murale e, nei giorni successivi all’incidente, da una sorta di altare commemorativo con foto della vittima e un modellino dell’R8 allestito nei pressi della sua abitazione. Recentemente, invece, la commemorazione si è spostata verso il cimitero di Prima Porta a Roma dove è spuntato un gazebo a strisce con il nome di Nicholas tra due corone d’oro, la gigantografia del 22enne vicino alla propria auto e poi, ancora, il prato finto, la panchina, l’altare, la statua e anche le telecamere di video sorveglianza. Una sorta di mausoleo, per il quale non sembrano esserci i permessi, là dove si trova il loculo del 22enne. 

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Il gazebo (abusivo) in ricordo del 22enne Nicholas Brischetto

Lo spettacolare mausoleo è stato eretto dalla propria famiglia a settembre, dunque poco dopo l’incidente del giovane. La struttura, senza i permessi, è fuori legge, si tratta di un vero e proprio altare davanti al loculo. A cominciare la presenza del gazebo, illuminato da lampade a led e avvitato alla parete con ganci metallici. A contornare il tutto il prato sintetico e poi la presenza di due telecamere private che monitorano chiunque si fermi in quello spazio, a cominciare dai vigilates e dai custodi che prestano servizio nel Campo Santo. 

Le segnalazioni 

A novembre 2022 gli operatori del servizio cimiteriale avevano segnalato l’illegalità alla polizia che era poi intervenuta chiedendo la rimozioni delle telecamere. Tuttavia, dopo pochi giorni tutto è tornato com’era. La famiglia, dal canto suo, si difende e resta ferma sulle telecamere. “Siamo in attesa dei permessi per una cappella, qui si rubano di tutto. Ci hanno detto di rimuovere tutto, ma solo a parole. Finché non vediamo qualcosa di scritto non spostiamo niente, proprio perché non vogliamo essere derubati”. Con buona pace della privacy dei parenti degli altri defunti.

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