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Roma Pride, la Regione Lazio revoca il patrocinio. Gli organizzatori dell’evento: ‘Debito elettorale a Pro Vita’

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Roma Pride

La Regione Lazio ha preso una posizione netta e decisa contro il Roma Pride 2023, revocando il patrocinio alla manifestazione perché contraria a comportamenti illegali, ossia ‘all’utero in affitto’. L’Ente regionale che fino a qualche giorno fa aveva annunciato la decisione di non interrompere la sua tradizione di sostegno al Roma Pride, manifestazione LGBTI+ più partecipata del nostro Paese, ha manifestato posizione opposta ritenendo che “il manifesto dell’iniziativa ‘Queeresistenza’ violi le condizioni richieste per la concessione del patrocinio” e, nello specifico, sottolinea come venga rivendicata l’imposizione di  ‘azioni illegali’ riferendosi all’utero in affitto.

Regione Lazio contro azioni illegali: l’utero in affitto

Una posizione condivisa da Laura Cartaginese, presidente del Gruppo Lega Salvini Premier in Regione Lazio che a riguardo ha dichiarato: “Concordiamo con quanto affermato dal Presidente Francesco Rocca, la Regione non può e non potrà mai sostenere manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, come la pratica dell’Utero in affitto. Come Lega ribadiamo il nostro impegno sui diritti civili, su tutti quei temi che però nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata, argomento nazionale e non regionale”.

La reazione degli organizzatori del Roma Pride: ‘È il pagamento del debito elettorale’

D’altro canto gli organizzatori dell’evento, nel prendere atto della posizione assunta dalla Regione Lazio, intanto sottolineano: “Siamo certi che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità” e proseguono evidenziano: “Non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito”. Tutto questo, però, non senza fare riferimenti precisi al presunto “pagamento del debito elettorale a Pro Vita” che avrebbe indotto la Regione Lazio e il governatore Francesco Rocca  a ritirare il patrocinio concesso “con delle motivazioni pretestuose dato che la Regione Lazio conosceva le rivendicazioni e i contenuti politici della manifestazione”.

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