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Roma, scene di guerriglia urbana contro il lockdown del 2020: rinviati a giudizio in 7

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Miur, 9 a processo per corruzione

Provvedimenti di contenimento Covid. Il 2020 è stato l’anno del lockdown, l’anno nel quale il governo ha preso provvedimenti restrittivi per evitare il diffondersi del virus. Ma non tutti sono stato d’accordo con le misure adottate. I decreti del presidente del consiglio dei ministri che si sono susseguiti sono stati diversi e le categorie che maggiormente hanno sofferto di questi provvedimenti hanno deciso di manifestare il 27 febbraio del 2020 in piazza del Popolo a Roma.

La manifestazione pacifica si trasforma in guerriglia 

Voleva essere una protesta pacifica, per quanto non autorizzata un modo per sensibilizzare le istituzioni ai problemi legati al lockdown per tutte quelle categorie, come i commercianti, che con le città ‘chiuse’ hanno visto crollare l’economia. Nonostante i buoni propositi la manifestazione si è trasformata in un accesi scontri che hanno portato al rinvio a giudizio di sette persone: Giuliano C. e Roberto F., rispettivamente ex leader di Forza Nuova e suo discepolo. Oltre ad altre cinque persone.

In 7 a processo per aver organizzato la protesta

Ora dovranno comparire in giudizio per chiarire le rispettive posizioni in un procedimento giudiziario che li vede alla sbarra per aver dato vita a una protesta non organizzata che si è trasformata in una guerriglia urbana. Un acceso scambio verbale con la Polizia e poi il lancio di petardi, bottiglie e lattine, contro gli agenti intervenuti per sedare gli animi.

La Procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio

Prima hanno creato il caos poi hanno cercato di darsi alla fuga, disperdendosi velocemente. Pensavano sicuramente di averla fatta franca, di essere riusciti a evitare provvedimenti nei loro confronti. Non immaginavano che le indagini degli inquirenti li avrebbero individuati e che la Procura di Roma avrebbe chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per aver provocato quei disordini. Ora la responsabilità delle sette persone rinviate a giudizio verrà decisa in tribunale.

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