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Alessandro Castellaccio picchiato a morte a Tivoli, il Sindaco: “Episodi come questi devono far riflettere”

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Alessandro Castellaccio la ricostruzione dell'omicidio dalle testimonianze

Tivoli è una città conosciuta per le sue bellezze artistiche e naturali, per il suo patrimonio storico e culturale, per la sua vocazione turistica. Tuttavia, negli ultimi mesi, la città è stata anche teatro di due tragedie che hanno scosso la sua comunità e che hanno gettato un’ombra sul suo volto. Due giovani concittadini, Alessandro Castellaccio e Sami Kourid, sono morti a causa di due liti violente scoppiate per futili motivi in pieno centro. Due vite spezzate in modo ingiusto e insensato, che hanno lasciato un vuoto incolmabile nelle loro famiglie e nei loro amici.

Due casi che hanno sollevato interrogativi sul senso della convivenza civile e sul rispetto della vita umana. Il sindaco Giuseppe Proietti ha espresso il suo cordoglio e la sua preoccupazione per questi episodi di violenza che devono far riflettere tutti. Ha anche lanciato un appello alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alla comunità, affinché si impegnino a fare il possibile per evitare che simili fatti si ripetano e per garantire la sicurezza e la serenità dei cittadini.

Alessandro Castellaccio, picchiato a morte per aver chiesto silenzio

Alessandro Castellaccio, 40 anni, è morto ieri, 25 giugno 2023 dopo cinque giorni di agonia in ospedale. Il 18 giugno era stato brutalmente picchiato da un gruppo di persone davanti a un bar del centro storico di Tivoli, dopo aver invitato un avventore a fare meno baccano. Un pugno al volto e poi una serie di calci e altri pugni senza tregua, anche quando era già a terra, fino a provocargli un’emorragia cerebrale. I carabinieri avrebbero identificato un uomo di origine rumena di 43 anni, ma gli altri aggressori sono ancora ricercati. La procura di Tivoli ha aperto un’inchiesta per omicidio.

Sami Kourid, morto dopo cinque mesi di coma per un pugno in piazza

Sami Kourid, 27 anni, è morto il 6 gennaio 2023 dopo cinque mesi di coma al Policlinico Umberto I di Roma. Il 5 agosto 2022 era stato coinvolto in una lite in piazza Garibaldi a Tivoli, dove si trovava con alcuni amici. Un pugno al volto da parte di un 35enne del posto lo aveva fatto cadere e battere la testa, forse contro una panchina o contro i sampietrini. Il colpo gli aveva causato una frattura del cranio e una lesione cerebrale. L’aggressore era stato rintracciato e denunciato per lesioni gravissime, ma ora la sua posizione si aggrava e potrebbe essere accusato di omicidio preterintenzionale.

L’appello del sindaco: “civile convivenza e convinta solidarietà”

Di fronte a queste due morti ingiuste e insensate, il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, ha espresso il suo cordoglio e la sua solidarietà alle famiglie delle vittime. In una nota ufficiale ha dichiarato:

“Insieme all’Amministrazione comunale di Tivoli, esprimo il proprio più sentito cordoglio per la morte del concittadino Alessandro Castellaccio […] Qualche mese fa un altro giovane concittadino, il 27enne Sami Kourid, alla cui famiglia va la nostra più sincera vicinanza, è deceduto a seguito di una lite avvenuta nella centralissima piazza Garibaldi dopo cinque mesi di coma. Questi tragici eventi devono farci riflettere su quanto comportamenti improntati al rispetto degli altri e ad una sana vita di comunità siano essenziali per il mantenimento di rapporti di civile convivenza e di convinta solidarietà. Le istituzioni, nelle loro diverse articolazioni, e l’intera nostra comunità devono impegnarsi a fare il possibile per evitare che simili episodi si ripetano. Rinnoviamo la nostra piena fiducia nei confronti dei Carabinieri di Tivoli che stanno svolgendo le indagini per accertare le responsabilità sui gravissimi fatti di violenza avvenuti e per identificare e punire i colpevoli”.

Una ferita per la città di Tivoli

La morte di Alessandro Castellaccio e Sami Kourid segna una ferita per la città di Tivoli e per tutta la comunità; due giovani con una vita davanti, uccisi per motivi totalmente banali e inutili che sono sintomatici dello stato di salute in cui versa la società contemporanea. Due casi che ci chiamano a riflettere sul concetto di responsabilità collettiva come modus vivendi per prevenire e contrastare la violenza, a partire dalle istituzioni, dalle scuole, dalle famiglie, dalle forze dell’ordine e dai singoli cittadini. 

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