Home » News » Assistenza medico/infermieristica domiciliare, in Italia esistono pazienti fantasmi: “Siamo rimasti soli”

Assistenza medico/infermieristica domiciliare, in Italia esistono pazienti fantasmi: “Siamo rimasti soli”

Pubblicato il
Ambulatorio finto medico abusa delle pazienti

Da tempo ci stiamo occupando dei grandi problemi che stanno ostacolando l’assistenza medico/infermieristica a domicilio. Ce ne stiamo occupando perché crediamo che non esistano né lavori né pazienti di “serie b”; e soprattutto perché è inaccettabile vivere in un mondo in cui, le persone fragili, vengono ignorate. 
La realtà però è proprio questa: in Italia esistono pazienti fantasmi e famiglie costrette a coprire le assistenze sanitarie giorno e notte. 

Leggi anche:  La crisi dell’assistenza medica a domicilio: “La pandemia è solo una scusa”

Da mesi, l’associazione ADI Famiglie Italiane si sta muovendo su ogni canale per smuovere il silenzio della Regione Lazio che, però,  sembra non cedere. Tutta questa realtà, inaccettabile, è causata dal decreto del Commissario ad ACTA (U000525 del 30/12/2019) ed è oramai intollerabile continuare a dare la colpa alla pandemia. 
“Scriviamo mail, vengono pubblicati articoli, siamo ridotti a far video per chiedere aiuto: affinché qualcuno ci aiuti. Oltre il dolore i governanti stanno cercando di umiliarci. Sapete qual è l’alternativa? Gli OSSS al posto degli infermieri oppure le Strutture Private. E’ inaccettabile che non vengano più concesse le assistenze h24. E’ inaccettabile che continuano ad assumere infermieri nelle strutture togliendoli dalle assistenze domiciliari. Ora basta“. 

Assistenza a domicilio negata: la storia di Sabin 

A riprova che questo abbandono sta pesando sulle vite delle famiglie e su quelle dei pazienti, la madre di Sabin ci mette la faccia. Sabin è un bambino che soffre di una malattia particolare: ha una malformazione cerebrale complessa, “soffre di un’epilessia farmaco-resistente e di un grave ritardo psicomotorio”. Sabin si alimenta e prende i farmaci con la Pec, un tubicino che gli serve per sopravvivere. E’ sempre stato ospedalizzato a domicilio, ha sempre usufruito di un’assistenza infermieristica di 7 ore: “Anzi, usufruiva. Perché da 2 mesi a questa parte abbiamo dei turni scoperti, per la mancanza di infermieri. La Regione, lo Stato, ha chiamato gli infermieri nelle terapie intensive e noi siamo rimasti soli, quasi soli. Ci sono delle notti in cui non sono più una mamma, bensì un infermiere o un rianimatore: la situazione è drammatica“. 

https://www.facebook.com/RitaBassotheQuenneofthewebbe/videos/10223117284952867

 

Impostazioni privacy