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Allarme clima, salta la produzione di ortaggi e frutta: danni per 250 milioni di euro nel Lazio

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ricette tradizionali italiane

I cambiamenti climatici stanno ‘imponendo’ anche delle modifiche nella produzione di ortaggi e frutta. Ed ecco che nel Lazio si registra una produzione eccessiva di alcuni prodotti e, di contro, con il calo di altri. Sono i dati Istat a parlare segnalando una produzione di alcuni ortaggi e frutta aumentata del 30% rispetto al 2021 e un calo della medesima percentuale per altri.

Cala la produzione aumentano i prezzi e viceversa

Questa situazione ha creato ripercussioni anche a livello di prezzi dei prodotti che vengono proposti sul banchi ai cittadini romani. Sono diversi, infatti, i cali di produzione vedi i pomodori che hanno registrato un crollo da 149.700 quintali a 137.668,  l’aglio è sceso da 6.099 a 4.756 quintali, il cocomero da 140.300 quintali a 110.700. In aumento, invece, broccoli, radicchio, cavolfiore, melanzane e cipolle la cui produzione ha subito un’impennata che, inevitabilmente, hanno subito un calo dei prezzi a fronte di spese costanti per la produzione.

Tutto questo non solo in danno alle tasche dei consumatori, ma anche dei coltivatori che non possono più programmare la produzione. Una situazione che è il risultato di condizioni meteo estremamente variabili e, in alcuni casi eccessivamente calde, a volte addirittura aride, rispetto al periodo.

Danni per la siccità

I danni per la siccità nel Lazio ammontano a 250 milioni di euro. Si tratta di soldi investiti per la produzione che sono relative alla semina, all’utilizzo del gasolio, alla corrente, all’acqua. Insomma la situazione è allarmante tenendo conto che questo cambiamento climatico ha ripercussioni anche sugli allevamenti e, tra le altre conseguenze, si registra anche un considerevole calo nella produzione del latte.

Alle spese sostenute non corrispondono eguali entrate. Scatta l’allarme per i settori coinvolti da queste modifiche del clima. La Coldiretti esorta a cercare altri invasi da cui attingere acqua per evitare che la siccità metta in ginocchio il settore produttivo e soprattutto evitare che alcuni ortaggi e frutta che potrebbero essere prodotti in Italia vengano importati dall’estero con un ulteriore aggravio di spesa.

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