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Decreto Lavoro 1 maggio 2023: aumento stipendi, pensioni e cosa cambia per il Reddito di cittadinanza

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Il 1 maggio sarà in Consiglio dei ministri il Decreto lavoro che conterrà delle novità sul Reddito di cittadinanza, sugli stipendi, sulle assunzioni e molto altro. Dall’aumento degli stipendi grazie al potenziamento dello sgravio contributivo in essere, alle agevolazioni per le famiglie che hanno assunto colf e badanti. Ecco tutte le novità sul  testo che arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri e che riguarderà lavoratori e famiglie. 

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Decreto lavoro: aumenta lo stipendio dell’1%

Ci sono novità per quanto riguarda gli stipendi degli italiani. Nei prossimi mesi dovrebbero aumentare con il potenziamento dello sgravio contributivo introdotto dalla legge di Bilancio 2023, il quale dovrebbe essere incrementato dell’1% grazie ai 3,4 miliardi risultanti dal Documento di economia e finanza da poco approvato. Quindi si passerà dal 3% al 4% per chi guadagna meno di 1.923 euro lordi al mese; dal 2% al 3% per chi guadagna tra i 1.923 e i 2.692 euro lordi al mese.

Anche se l’aumento è di pochi euro al mese, sarà in vigore solo nel 2023 ma l’intenzione potrebbe essere quella di renderlo strutturale e di mantenerlo anche per i prossimi anni.

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Altra novità: aumenta l’assegno unico

Oltre allo stipendio aumenterà anche l’assegno unico. Si tratta di una modifica alla norma originaria con cui verrà risolto il problema delle famiglie monogenitoriali. Le famiglie in cui è presente solo un genitori che lavora sono state escluse dalla possibilità di godere della maggiorazione originariamente di 30 euro er i nuclei con Isee inferiore a 15.000 euro dove entrambi i genitori risultano impegnati in attività lavorativa. Con il Decreto Lavoro questa maggiorazione sarà estesa agli orfani di un genitore. Il requisito è che l’unico genitore svolga attività lavorativa.

Pensione anticipata e contratti a tempo determinato

Il contratto di espansione verrà prorogato fino al 31 dicembre 2025. La misura che consente il prepensionamento con 5 anni di anticipo rispetto alle regole previste per l’accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata verrà prorogato per altri 2 anni.

Cambiano anche le condizioni del contratto a tempo determinato. Le condizioni di rinnovo saranno meno severe grazie all’introduzione di nuove causali che daranno maggior margine di manovra al datore di lavoro. Nel dettaglio, con la riforma verrà stabilito che il contratto a termine potrà essere rinnovato per un ulteriore anno in caso di esigenze previste dai contratti, anche quelli aziendali; motivi di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuati da accordi tra aziende e sindacati; esigenze di sostituzione di altri lavoratori.

Riforma Reddito di cittadinanza

Il Reddito di cittadinanza verrà suddiviso in tre diverse misure:

  • Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal) rivolta a coloro che perderanno il Reddito di cittadinanza nel 2023 per effetto della stretta dopo 7 mesi introdotta dall’ultima legge di Bilancio;
  • Garanzia per l’inclusione che entrerà in vigore nel 2024 e sarà rivolta ai nuclei familiari con figli, disabili oppure over 60;
  • Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal), alla quale invece potranno accedere gli occupabili, ossia gli stessi destinatari della Pal, a partire dal 1° gennaio 2024.

Bonus per colf e badanti

Per le famiglie che hanno assunto colf e badanti viene rafforzata la deducibilità dei contributi versati per conto dei lavoratori domestici impiegati. Per il 2023 la soglia verrà portata a 3.000 euro.

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