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Roma, banda Rom deruba gli appartamenti con la tecnica del ”falso idraulico”: 21 colpi messi a segno

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Truffa ad una donna anziana

Roma. Due uomini che agivano insieme, come il gatto e la volpe, inseparabili, sempre con lo stesso modus operandi. Le loro prede preferite erano gli anziani. Erano maestri dell’inganno, perché riuscivano quasi sempre a carpire la simpatia delle loro vittime, al punto di riuscire ad entrare dentro le loro abitazioni, per poi rubare quanto trovavano all’interno.

Almeno 21 le rapine per le quali verranno processati e altri reati associati. Facevano parte di una batteria d’azione composta in totale da 4 persone, tutte di etnia sinti che provenivano dal territorio piemontese. 

Le indagini e il modus operandi dei rapinatori

Così, dopo lunghe e complesse indagini, gli agenti della Polizia di Stato del VII Distretto San Giovanni, in collaborazione con la Squadra Mobile di Torino, hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di misura  cautelare nei confronti di due uomini – in carcere per il primo e agli arresti domiciliari per il secondo – rispettivamente di 53 e 41 anni. 

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Come agivano

Le indagini hanno consentito, inoltre, di ricostruire chiaramente il modus operandi dei due che,  dopo aver agganciato l’anziana vittima in una pubblica via – generalmente nei pressi della sua abitazione – fingendo di essere tecnici inviati per il controllo delle condutture dell’acqua o del riscaldamento, riuscivano magistralmente quasi sempre a carpire la sua fiducia entrando nell’abitazione. Una volta all’interno, convincevano la vittima a riporre tutti i monili in oro e il denaro in una borsa all’interno del frigorifero o nei pressi della porta d’accesso “per proteggerli da possibili danneggiamenti conseguenti ad eventuali esplosioni” – dicevano.  

L’aiuto del complice

A quel punto, mentre l’anziano veniva distratto dal primo soggetto, il suo ”collega”, in contatto con il complice a mezzo di auricolare, furtivamente entrava in casa rubando quanto riposto nella borsa per poi fuggire. Nell’anno in corso sono almeno 30 i reati consumati dai due indagati. Malgrado risultassero residenti nella provincia di Torino, di fatto i due abitavano ad Aprilia, un comune della provincia di Latina e utilizzavano due autovetture diverse per commettere i furti.

 

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