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Strage di Ardea, il killer uscito di casa con la pistola e l’intenzione di uccidere a caso: non aveva litigato con il padre dei bambini

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Nessuna lite tra Andrea Pignani, il killer di Ardea, e Domenico Fusaro, il papà dei bambini uccisi. I due neanche si conoscevano direttamente: Domenico lo aveva solo visto girare per Colle Romito e, come lui stesso ha urlato ieri mattina, sapeva dei colpi di arma da fuoco esplosi in passato, per averli sentiti direttamente o tramite racconti da parte dei vicini di casa. Ma ecco la ricostruzione fatta dai Carabinieri.

Tutti inizia intorno alle 10:50 di ieri mattina, quando alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Anzio arrivano numerose telefonate da parte di alcuni cittadini residenti nel consorzio residenziale “Colle Romito” che segnalano tre persone a terra, colpite da colpi d’arma da fuoco esplosi in strada da un soggetto non identificato. I Carabinieri, dopo aver sollecitato l’intervento urgente di personale medico, sono arrivati sul luogo in cui era stata segnalata la sparatoria, tra Via delle Pleiadi, via degli Astri e via Corona Boreale. Gli equipaggi dell’Arma, giunti sul posto pochi istanti dopo, hanno trovato le tre persone riverse a terra in via delle Pleiadi che necessitavano di urgente soccorso sanitario.

Esplosi vari colpi di pistola

Dalle prime informazioni reperite i militari hanno avuto modo di apprendere da alcuni residenti che un soggetto di circa 35 anni, poi identificato come Andrea Pignani, poco prima aveva esploso vari colpi di pistola all’indirizzo due due bambini e dell’anziano. Non solo: prima di sparare verso Daniel, David e Salvatore, l’uomo aveva anche aperto il fuoco in via delle Pleiadi, mancando di un soffio un uomo con una carriola. L’uomo, accorgendosi dell’arma, aveva fatto in tempo a lasciare la carriola e a scappare prima di essere colpito.

Una delle pattuglie intervenute sul posto ha immediatamente circondato l’abitazione – situata in viale Colle Romito 238 – dove era stato notato far rientro il malvivente dopo aver sparato.
Mentre una prima aliquota di personale dell’Arma dei Carabinieri si occupava di prestare i primi soccorsi ai feriti ponendo in sicurezza l’area della sparatoria, una seconda aliquota di Carabinieri “cinturava” l’abitazione in cui si era rifugiato Pignani.

E’ stato inoltre necessario l’intervento di personale specializzato dell’Arma dei Carabinieri per un’eventuale negoziazione e irruzione presso l’abitazione in cui si era barricato il 35enne. Il ragazzo si era infatti chiuso in casa non appena aveva sentito il suono delle sirene. Zainetto in spalla, aria relativamente tranquilla, aveva anche incrociato un vicino. E proprio il vicino di casa ha raccontato che Pignani prima di barricarsi in casa era rimasto fuori per 5 minuti a fissare il vuoto, come se nulla fosse accaduto. Poi, sentendo le sirene e capendo che le forze dell’ordine si stavano avvicinando per lui, era entrato.

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La preparazione all’irruzione

Durante le fasi di preparazione da parte delle forze dell’ordine, sono stati presi contatti con il Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica di Velletri, Dott. Vincenzo Antonio Bufano, arrivato poco dopo sul posto. Alle ore 15:30 circa il personale specializzato del Gruppo Intervento Speciale dell’Arma dei Carabinieri, elitrasportato immediatamente sul posto, previa autorizzazione del P.M., si è sentito un gran boato.

Il nucleo speciale ha fatto esplodere la porta dell’abitazione e ha fatto irruzione all’interno dell’abitazione di Pignani. Si sono poi sentiti altri colpi, probabilmente dei fumogeni. I militari una volta entrati hanno rinvenuto il cadavere di Pignani nella camera da letto posta al secondo piano della struttura. Ai piedi del corpo di Andrea Pignani è stata trovata una pistola Beretta mod. 81 cal. 7,65, verosimilmente la stessa utilizzata poco prima per uccidere le tre vittime.

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Sparatoria ad Ardea: nessun contatto tra vittime e omicida

Non è emerso alcun contatto tra l’omicida e le sue vittime né alcun rapporto di conoscenza tra gli stessi. Sul conto dell’omicida – Andrea Pignani, classe 1986 – figura solamente una lite in ambito familiare, verificatasi con la madre l’11 maggio 2020, che ha reso necessario l’intervento di una pattuglia di Carabinieri presso la loro abitazione di viale Colle Romito.

A seguito di ciò, Pignani era stato fatto accompagnare da un’ambulanza presso il Pronto Soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia (RM) dove era giunto volontariamente nel pomeriggio stesso per “stato di agitazione psicomotoria” con codice azzurro, venendo sottoposto a consulenza psichiatrica, a seguito della quale veniva dimesso la mattina successiva con diagnosi di “stato di agitazione – paziente urgente differibile che necessita di trattamento non immediato Si affida al padre.”.

Dagli accertamenti eseguiti non risultano ulteriori denunce o segnalazioni a suo carico né che l’omicida fosse in cura per patologie di carattere psichiatrico né tantomeno che fosse in possesso di certificazione medica rilasciata da strutture sanitarie.

Le attività di indagine svolte dai Carabinieri di Frascati e di Anzio, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, proseguono, anche al fine di verificare eventuali responsabilità in ordine all’illecita detenzione dell’arma da sparo, per la quale non risulta sporta alcuna denuncia.

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