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Totti-Blasi a processo, il Capitano fa retromarcia: “Mai nascoste le borse a Ilary”

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Totti Ilary, lo scontro per gli ascolti tv

Sul processo Totti-Blasi si era tanto sperato in una soluzione rapida, veloce, pacifica, senza intoppi. I loro avvocati avevano lavorato tanto per poter arrivare ad un risultato così importante. Ma sono bastate di fatto un paio d’ore insieme per capire, invece, che non sarà per nulla semplice trovare l’accordo di cui si era tanto parlato. Tra Francesco Totti e Ilary Blasi, la faccenda si fa un po’ più complicata di quanto preannunciato nelle settimane scorse. Nella giornata di ieri, infatti, in occasione della terza udienza sulla vicenda ”ratto dei Rolex”, il Pupone ha messo la retromarcia. 

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Totti fa retromarcia sulle borse, e Ilary non molla i Rolex

Infatti, se in alcune interviste della scorsa estate aveva spiegato di aver nascosto le borse di Ilary in cambio dei suoi Rolex, ora davanti al giudice ha detto di non aver mai sottratto le borse e le scarpe di cui si è tanto parlato, della conduttrice e showgirl. Ilary, poi, le avrebbe ritrovate nei meandri dell’immensa Villa all’Eur. Sui gioielli, però, non c’è ancora traccia alcuna. Se Francesco mette la retromarcia, Ilary, invece, non arretra sul fronte dei Rolex: “Sostiene che glieli ho regalati, ma se sono orologi da uomo…”, come aveva detto Totti, anticipando in pare la versione che la Blasi avrebbe proferito davanti al giudice. Dal punto di vista strettamente giuridico, la questione è abbastanza controversa, perché ruota tutto intorno al concetto giuridico di possesso, e che corrisponde “all’esercizio della proprietà”.

La controversia irrisolvibile

Non è sufficiente infatti capire chi ha comprato i preziosi segnatempo che Ilary avrebbe prelevato dalla cassetta di sicurezza condivisa con il numero 10 della Roma. Perché il giudice, poi, dovrà di fatto verificare chi realmente utilizzava e possedeva gli orologi. Per poter procede, proprio nella giornata di ieri, il giudice ha ascoltato a lungo le versioni di Ilary Blasi, assistita dall’avvocato milanese Alessandro Simeone, così come le parole del legale romano Antonio Conte. Ora, ascoltate le due versioni, il giudice dovrà valutare con cura ed attenzione le parole di entrambe le parti. 

Considerate le versioni totalmente contrastanti, ecco che l’accordo tanto sperato sembra essere ormai un miraggio svanito nel nulla. Anche perché, lo ricordiamo, nella vicenda non sarebbero stati presentati documenti a testimonianza del possesso degli oggetti. Al momento, dunque, l’accordo non c’è, e potrebbe essere davvero una meta lontana. 

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