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Sciopero generale 11 ottobre 2021: c’è anche il settore dell’igiene ambientale. No green pass ma non solo, i motivi della protesta

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Sciopero generale 11 ottobre 2021

Sciopero generale 11 ottobre 2021. Lunedì, con lo sciopero proclamato dalle Organizzazioni sindacali COBAS, CUB, SGB, SI COBAS, SLAI COBAS, USB e USI CIT, anche il settore dell’Igiene Ambientale sarà chiamato ad incrociare le braccia. “Per le lavoratrici e i lavoratori del comparto dei servizi di Igiene Urbana sarà l’occasione, dopo una stagione di chiusure, per rivendicare i propri diritti, che con la pandemia hanno subito una ulteriore compressione ad opera di padroni, governanti e sindacati concertativi”, fanno sapere i Sindacati.

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Sciopero generale lunedì 11 ottobre 2021: i motivi della protesta

Questi i motivi della protesta. “Scendiamo in piazza per esigere il rispetto delle normative su salute e sicurezza, perché la pandemia ha messo a nudo tutte le fragilità del nostro lavoro e la totale impreparazione delle aziende nell’applicazione dei vari DPCM governativi volti al  contrasto e al contenimento del virus; quindi per richiedere il rafforzamento del ruolo di RLSSA nelle aziende; per reclamare un reale coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori nell’iter di rinnovo contrattuale, riservato, invece, ad una stretta cerchia di delegati rispetto alla stragrande maggioranza di operatrici e operatori che da oltre 27 mesi attendono notizie; a tal proposito, come non ricordare la roboante indignazione della intera classe lavoratrice dell’Igiene Ambientale, che si scatenò durante il referendum, contro l’accordo tra padroni e sindacati per il rinnovo dell’ultimo CCNL”.

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“Un risultato eclatante, quello del referendum, che fu ottenuto in maniera spontanea dalle lavoratrici e dai lavoratori, i quali rigettarono gli accordi di rinnovo, sebbene successivamente al danno si aggiunse la beffa, con la mancata certificazione dei dati e con l’illegittima vittoria del SÌ per mano dei soliti noti; quindi per pretendere l’applicazione di un contratto unico di settore a tutto il comparto, perché non è più tollerabile il ricorso all’utilizzo di CCNL come quello del commercio o del multiservizi per mansioni specifiche dell’Igiene Ambientale; per sopprimere definitivamente l’obbligo del lavoro festivo, perché le battaglie legali delle lavoratrici e lavoratori di Firenze e Milano, hanno portato alla condanna delle aziende che forzano al lavoro nei cosiddetti festivi “infrasettimanali”; perché anche nell’Igiene Ambientale, pur operando in un contesto di servizio pubblico essenziale e contro un CNNL che lo nega, le lavoratrici e i lavoratori in tali giornate hanno diritto di legge all’astensione volontaria al lavoro: rivendichiamo il diritto di scegliere se lavorare o meno nelle giornate di festività nazionali civili o religiose; per il blocco totale delle esternalizzazioni, che in una corsa infinita e fortemente illusoria verso l’abbattimento del costo del lavoro, conducono inevitabilmente a salari da fame e precarietà a vita: nel nostro settore gli appalti al ribasso sono la norma, con gravi ricadute sulla qualità del servizio reso alla cittadinanza e, con forte aggravio del contesto socio-economico in cui operiamo. La vera alternativa è abbandonare questa strada tornando ad una buona occupazione, stabile, diretta e giustamente retribuita; per il ripristino delle 36 ore settimanali di lavoro“.

«No green pass»

“Tuttavia”, continua la nota scendiamo in piazza, “anche perché sarà l’occasione per continuare a costruire, insieme ai Comitati e alle Associazioni dei cittadini, quei percorsi di lotta per la tutela dell’ambiente, a favore di nuovi modelli, di trattamento e smaltimento di rifiuti, ecologicamente sostenibili. Saranno organizzate manifestazioni in tutte le principali città italiane, per esprimere il dissenso all’introduzione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro, che scarica i costi della sicurezza sulle lavoratrici e sui lavoratori che hanno scelto di non vaccinarsi; contro lo sblocco dei licenziamenti; contro i ricatti e le sospensioni del reddito; contro lo sblocco degli sfratti; contro la repressione degli scioperi e delle lotte sociali; contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative; contro le discriminazioni di genere e di razza; per l’abolizione del Jobs Act  e dei contratti precari; per un nuovo piano di edilizia residenziale;  per la lotta contro i grandi evasori; per il rafforzamento degli Organi di vigilanza nei luoghi di lavoro e per garantire una vera sicurezza sul lavoro e combattere gli infortuni; per il rilancio degli investimenti pubblici in sanità, trasporti, scuola, casa”.

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