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Terza dose, quanto dura la protezione del richiamo del vaccino Covid

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Terza dose, quanto dura la protezione del richiamo. Si discute circa la possibilità di estendere ulteriormente l’ulteriore somministrazione del siero anti Covid per fronteggiare la nuova ondata che sta colpendo l’Europa e, in misura ancora contenuta, il nostro paese. 

Terza dose: chi deve farla in Italia

Al momento in Italia la terza dose è prevista per le persone fragili, gli over 60, medici e personale sanitario in generale e chi ha effettuato il vaccino Johnson&Johnson. In quest’ultimo caso è più corretto parlare “di richiamo” dato che, in effetti, il siero era stato ipotizzato come monodose. Ogni Regione ha modalità di prenotazione differenti (qui tutte le info Regione per Regione). Per procedere con la terza somministrazione devono passare, salvo circostanze particolari del pazienti (come per gli immunodepressi), almeno sei mesi.

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Terza dose, quanto dura la protezione del richiamo del vaccino Covid

Ma quanto dura la protezione contro il Covid in caso di terza dose? “La terza dose è largamente sicura, io l’ho ricevuta senza il minimo problema, e conferisce ulteriore protezione”, ha precisato intanto Franco Locatelli, coordinatore del Cts, in conferenza stampa. “Il rischio di essere infettati e sviluppare una patologia grave è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non è vaccinato”, ha aggiunto.

Sui benefici di una terza somministrazione Sergio Abrignani, immunologo del CTS, ha spiegato che “il nostro sistema immunitario può aver bisogno di una terza dose di vaccino”. In questo modo si innescherebbe “una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni”.

I dati sull’efficacia dei vaccini

Sul fronte dell’efficacia dei vaccini anti Covid fino a questo momento secondo l’ultimo report dell’ISS (sui sieri a mRNA, ndr) “nei primi mesi di vaccinazione rimane elevata la protezione del rischio di infezione nella popolazione generale”. E’ stata invece “osservata una riduzione di efficacia nel tempo per immunocompromessi e fragili”. Nella popolazione generale, precisa l’Istituto Superiore di Sanità, “a sette mesi dalla seconda dose non si osserva una riduzione significativa di efficacia in termini di protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell’89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose”.

 

 

 

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