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Grotte surreali e cascate sognanti, un piccolo paradiso naturale a 1 ora da Roma

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Grotte di Pastena

Ferragosto è appena trascorso, ma per chi vuole approfittare delle vacanze ad agosto, c’è ancora tempo. Così come ci sono numerose mete, economiche e pratiche, a poca distanza da Roma. Una “toccata e fuga” per godersi ancora qualche briciolo di relax, prima di tornare a lavoro. Il Lazio offre tantissimi itinerari ma, complice la stagione, possono essere ancora troppo affollati e presi d’assalto dai turisti. Perché allora non puntare a destinazioni insolite e mozzafiato? Eccone alcune a 1 h da Roma, in zona Frosinone.

Grotte di Pastena

Per un’avventura al fresco, ci sono le Grotte di Pastena, site nel Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e nel Lago di Fondi. Comunemente note come “grotte di attraversamento”, le Grotte di Pastena sono completamente percorribili al loro interno, un tour suggestivo che vi permetterà di rinfrescarvi bagnati dalle acque dell’inghiottito della cascata, in cui il getto scorre fino al fosso Mastro. Uno spettacolo naturale che consta di 20 metri di altezza e 12 di larghezza. Le Grotte, inoltre, sono note per la loro antichità, con origini fin dalla preistoria.

Grotte di Pastena

Il sito si divide in due percorsi principali costituiti da un ramo attivo inferiore e da un ramo fossile superiore, ed è considerato tra i maggiori complessi speleologici della nostra penisola, consente di ammirare le più interessanti forme del carsismo sotterraneo: maestose e suggestive sale, stalattiti, stalagmiti e colonne dalle forme bizzarre, laghetti e nelle stagioni più piovose fragorose cascate, che rendono la visita alle grotte un’esperienza emozionante.

Cascata di Capo Rio

Per gli amanti dello sport all’aria aperta, una tappa piacevole può essere anche Capo Rio, zona Collepardo, da percorrere in mountain bike. Tra andata e ritorno si parla di 1 h e 10 minuti di tragitto su due ruote, con partenza da Santissima Trinità, a qualche decina di metri dal camping di Collepardo. Qui vi potrete avventurare tra boschi, ruscelli e scorgere diverse chiese e complessi monastici come la Certosa di Trisulti.

Per arrivare alla cascata di Capo Rio bisogna addentrarsi sulla via che lamisce la cappelletta dedicata appunto alla SS. Trinità e un fontanile antico, una strada che collega Collepardo a Trisulti. Una volta giunti al bottino dell’acqua, si potrà discendere il sentiero sterrato fino a un ruscello, percorribile grazie a un ponte. Le indicazioni sono facilmente visibili e seguendole scorgerete, superato il bottino e svoltato a sinistra, le frecce per Capo Rio. Una vista unica, immersi nel verde e nella natura suggestiva.

Cascata di Capo Rio

Certosa di Trisulti

Per quanto riguarda la Certosa di Trisulti, il complesso è un monastero situato nel comune di Collepardo, nella cosiddetta Selva d’Ecio, alle falde del monte Rotonaria. Il sito fu riconosciuto monumento nazionale con Decreto ministeriale del 17 luglio 1879 e custodisce anche una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi.. Il nome deriva dal latino “tres saltibus” (tre salti), con cui veniva chiamato l’antico castello del XII secolo di proprietà della famiglia Colonna, poi andato distrutto, che dominava i tre valichi verso l’Abruzzo, Roma e l’area meridionale dello Stato della Chiesa.

Immersa nel verde di secolari foreste, si adagia la Certosa, fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III. Dal 1208 fu affidata ai monaci Certosini. Nel 1947 essi furono sostituiti dagli attuali Cistercensi. Al suo interno è possibile visitare la Chiesa con pregevoli opere d’arte e l’antica Farmacia (XVII sec.).

Certosa di Trisulti

 

Tra gli edifici storici, spicca inoltre la Farmacia settecentesca nella quale, fino in epoca recente, si producevano medicamenti e liquori, attività principale della Certosa. Un giardino all’italiana, le cui siepi ripropongono forme animali e dove si coltivavano le erbe medicinali usate per l’attività farmaceutica dei monaci, accoglie i visitatori di fronte all’ingresso dell’edificio. L’interno, diviso in tre ambienti, conserva l’arredo ottocentesco, con le vetrine, i grandi vasi da farmacia e gli armadi contenenti le scatole per le erbe. Nella sala principale, si può ammirare la decorazione pittorica in stile pompeiano di fine del Settecento di Giacomo Manco.

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