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‘Mi ha picchiata, violentata e spento una sigaretta addosso’, 14enne incinta accusa 17enne: arrestato

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Si sono persi nel mondo dei “grandi”, ansiosi di fare esperienze per le quali non erano preparati. E dopo un primo momento di euforia, hanno trasformato un amore giovanile in qualcosa di malsano, che hanno portato una 14enne due gravidanze, di cui una conclusa con un aborto, e una serie di accuse reciproche, terminate con un 17enne ristretto in una casa educativa, con l’accusa di stalking e violenze.

Tutto inizia un anno fa, tra Ostia e Roma nord.

La storia d’amore

La ragazza, appena 13enne, si innamora di un 16enne di origine est europea. Lei è alla prima esperienza sentimentale. Decide non fermarsi ai baci, ma di andare oltre. E rimane incinta.

Lui, pur essendo giovanissimo, le dice di essere pronto ad assumersi le sue responsabilità.

Ma la 13enne non se la sente. La famiglia di lei, poi, è fermamente contraria. Non solo al fatto che sia incinta, ma alla storia con quel ragazzo. Appena scopre che la ragazza è in stato interessante fa fuoco e fiamme e cerca in tutti i modi di allontanare i due.

Paola – nome di fantasia – si lascia convincere. È troppo giovane per diventare mamma. È una bambina anche lei, non può avere un bimbo a questa età, nonostante Lucas – nome di fantasia – continui a mandarle messaggi con cui le chiede di tenere il piccolo.

I due iniziano a litigare. Lucas diventa violento. Vuole per forza che il bimbo nasca. Non tiene conto dell’età della sua fidanzata, del futuro incerto, delle conseguenze che può avere mettere al mondo un figlio senza avere una stabilità economica. E psicologica. Loro, infatti, sono entrambi fragili, non hanno una stabilità emotiva che potrebbe consentire di crescere un bambino in un contesto sereno.

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L’aborto

Alla fine la spunta Paola. La ragazza, accompagnata dai genitori, abortisce. E per un periodo non vede più Lucas. Ma dura poco. Nonostante tutto quello che si sono detti – e fatti – l’attrazione tra i due ragazzi è forte. Si cercano nuovamente. E finiscono ancora uno nelle braccia dell’altra. Lei resta un’altra volta incinta.

Ricominciano le liti, stavolta più furiose. Lucas le chiede di non uccidere anche questo bambino. E qui la storia si complica.

Le minacce

La ragazza, infatti, inizia a raccontare a tutti, a partire dalle amiche, che Lucas la minaccia e la perseguita. E’ diventato uno stalker, non la lascia più in pace. Sul suo cellulare appaiono decine di messaggi minatori che terrorizzano la ragazzina. Non solo. Paola rivela che, addirittura, Lucas l’avrebbe picchiata più volte. “Prima le percosse, poi mi ha spento delle sigarette addosso. Mi ha anche segregata e violentata”, ha detto ai genitori. Che la convincono a presentare una denuncia.

Mostra i messaggi che le sono arrivati sul cellulare, che avvalorano il suo racconto. Paola racconta di atti di libidine controvoglia, ripresi con il cellulare. “Sono stata costretta”, rivela.

Episodi sufficienti a mettere sotto accusa il 17enne, che il 14 agosto viene fermato dai carabinieri di Roma Prima Porta. E proprio il giorno dopo Ferragosto i due minorenni vanno in tribunale. Stavolta non sono più innamorati, ma nemici. Uno contro l’altro, separatamente, ognuno racconta la sua verità.

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I dubbi

“Durante l’interrogatorio – spiega l’avvocato Guido Pascucci – sono emersi i primi dubbi. Infatti è stato appurato che la ragazza è in possesso delle password del fidanzato. Questo potrebbe far ipotizzare che molte minacce e molte forme di stalking potrebbero essere in realtà state create proprio dalla ragazzina per incolpare il ragazzo. Su questo stiamo facendo le indagini. Grazie al nostro perito informatico, sono riuscito a ottenere un file che mostra una serie di messaggi in cui la ragazza minaccia la madre utilizzando l’account del ragazzo, dandole addirittura del lei. È quindi entrata nel profilo del ragazzo per inviare le minacce e si è in parte costruita questa situazione accusatoria”.

Situazione che, comunque, resta grave. Le violenze, invece restano. E sono tutte filmate. Ma sarebbero peculiari del loro rapporto, alquanto tempestoso, caratterizzato da liti, ma non da prevaricazioni.

I ragazzi, infatti, riprendevano i loro incontri, anche sessuali, e li facevano girare nelle chat con gli amici, ai quali inviavano anche le discussioni piuttosto feroci che c’erano tra loro. Un rapporto che, ad occhi esterni, appare “malsano”. 

“Le denunce che la ragazza ha presentato per percosse riportano delle date durante le quali il 17enne era a Udine dal fratello, quindi sorgono dei dubbi anche su questa ricostruzione. Sicuramente i genitori non vogliono questo rapporto e stanno cercando di convincere la figlia a interromperlo. Ma non credo che sia questo il modo giusto per farlo. Il ragazzo, attualmente rinchiuso in una casa educativa, rischia dagli 8 ai 10 anni di reclusione. Una pena gravissima per un reato che quasi sicuramente non ha commesso”, precisa il legale.

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Incinta per la seconda volta

Intanto la ragazza, a 14 anni, è incinta per la seconda volta e non si sa cosa deciderà di fare con il bambino. “La situazione è complicata, occorre stabilire la verità e per questo bisogna analizzare esattamente ogni singolo messaggio, ogni telefonata, ogni aspetto della vicenda e dei protagonisti. Compresi quelli secondari, come i genitori di lei, che una volta sono andati a picchiare la mamma di lui. Si tratta in ogni caso di una tragedia familiare molto delicata. La speranza è quella di ricostruire la verità”, spiega Pascucci.

Il disagio giovanile

Quello che va evidenziato in questa vicenda, dove saranno i periti e i giudici a dover far chiarezza, è il modo di agire di questi ragazzi. Ogni loro azione veniva ripresa dai cellulari e inviata agli amici, persino i rapporti sessuali o le discussioni. Una vita parallela che consentiva loro di farli sentire “reali” solo attraverso il virtuale.

Un disagio sociale tangibile, la scuola lasciata dopo il primo anno di superiori per il ragazzo, senza peraltro trovare un’occupazione, il linguaggio scurrile utilizzato sia da loro che dagli amici.

Una realtà purtroppo sempre più dilagante, con giovani che vivono in simbiosi con lo smartphone.

Ogni aspetto di questa storia, dai consigli dati dalle amiche alle minacce, dalle litigate in strada o con i genitori fino ai rapporti sessuali, viene ripreso con il telefonino. Come se fosse una continua candid camera o una serie tv. E loro gli attori di uno squallido programma che non andrà mai in onda in prime time…

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