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Sibora Gagani, parla Marco Gaio, il 45enne di Nettuno: ‘Murata a Torremolinos’

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Sibora Gagani

Lo avrebbe detto nel corso di una confessione spontanea rivelata nella stazione di polizia di Torremolinos. Marco Gaio R., il 45enne di Nettuno, aveva appena rifiutato di testimoniare davanti agli agenti del gruppo omicidi della polizia nazionale spagnola, che lo stavano indagando per aver accoltellato Paula, la sua fidanzata 28enne, con la quale aveva avuto una relazione sentimentale fino a marzo, con la quale aveva avuto anche un figlio.

La foto di Sibora Gagani

Uscendo dall’ufficio dove era stato interrogato, nel percorso per andare nuovamente verso le celle, il 45enne è stato fatto passare accanto a una tavolo dove c’era la foto di Sibora Gagani, la 22enne italo-albanese che è stata la sua compagna fino al 2014 e che è scomparsa da allora. Sibora aveva lasciato Nettuno nel 2010 per trasferirsi in Spagna insieme a Marco Gaio. Ma dal 2014 si sono perse le sue tracce. Vedendo la foto, il 45enne avrebbe fatto una confessione spontanea che ora sarebbe un elemento chiave delle indagini. 

 
A riferirlo è il quotidiano spagnolo SUR, attraverso conferme interne nel corpo di polizia. Secondo il giornale iberico, il 45enne di Nettuno avrebbe detto che il corpo di Sibora era nascosto tra le pareti dell’appartamento in cui vivevano a Torremolinos. Si è anche offerto di portare gli investigatori nel luogo esatto in cui lo ha nascosto.

Confessione non ratificata ufficialmente

Ma l’uomo non ha ratificato la confessione né davanti alla polizia, in presenza di un avvocato, né in tribunale. Per il momento, l’unica versione a cui gli investigatori possono aggrapparsi è quella testimonianza nei corridoi della stazione di polizia, anche se, dal momento che è stata detta davanti a diversi agenti di polizia, è stata presa in seria considerazione. Infatti il giudice che indaga sulla scomparsa di Sibora ha aperto un procedimento contro Marco Gaio, ordinando la perquisizione dell’appartamento dove i due hanno vissuto insieme tra il 2011 e il 2014.

Gli investigatori del Gruppo Omicidi di Torremolinos hanno preparato il lavoro in modo coscienzioso e hanno chiesto supporto tecnico alla Direzione Generale della Polizia, che ha inviato diversi agenti da Madrid specializzati in queste ricerche, così come alla Stazione di Polizia Provinciale, che ha inviato funzionari della Brigata di Polizia Scientifica di Malaga.

La perquisizione nell’appartamento

Nel primo pomeriggio di lunedì 22 maggio, una ventina di agenti, accompagnati dalla commissione giudiziaria, sono entrati nella casa, un attico diviso in due piani nel centro di Torremolinos, e hanno ispezionato ogni parete divisoria alla ricerca del corpo di Sibora o di qualche indizio per chiarire dove si trovava.

I ricercatori hanno usato dei rilevatori e poi hanno forato diversi punti del pavimento dove hanno inserito telecamere per controllare se all’interno c’erano resti umani nascosti tra le pareti. Hanno anche ispezionato il bagno e altre stanze. La perquisizione si è conclusa dopo le 20:00, senza che il corpo della donna fosse trovato. Ieri mattina, gli specialisti della polizia scientifica sono tornati alla casa e hanno condotto nuove indagini in diverse stanze con lo stesso obiettivo, anche se, per ora, con lo stesso risultato.

L’ultima conversazione di Sibora su Whatsapp

Sibora aveva 22 anni quando è scomparsa a Torremolinos. Durante questi quasi nove anni, tutti gli sforzi per trovare dove si trovasse la giovane donna avevano portato a un vicolo cieco. Fino alla settimana scorsa, quando la polizia ha scoperto che Marco Gaio, a seguito del suo arresto per l’omicidio di Paula, era stato anche il fidanzato di Sibora.

E il 45enne di Nettuno è stato l’ultima persona con cui Sibora ha avuto contatti prima di sparire. Il 7 luglio hanno avuto una conversazione su WhatsApp, poi della 22enne non si è saputo più nulla. Poco prima che si perdessero le sue tracce, Sibora, che era in Spagna con un documento italiano falsificato, ha rotto con il suo ex compagno e si è trasferita in un piccolo appartamento in via Hoyo a Torremolinos. La polizia, fin dall’inizio, ha ritenuto che si trattasse di una scomparsa “ad alto rischio”. La giovane donna era svanita senza prendere il cellulare, senza vestiti e lasciando tutte le sue cose in casa.

La preoccupazione della madre

La madre di Sibora, molto preoccupata, ha contattato Marco Gaio poco dopo che, da un giorno all’altro, aveva smesso di avere notizie di sua figlia, con cui parlava quotidianamente. Secondo il suo racconto, la donna lo chiamò per chiedergli se era successo qualcosa di strano o se sapeva dove si trovava. L’uomo aveva negato di avere qualsiasi tipo di relazione con la sua scomparsa, ammettendo solo che avevano litigato qualche giorno prima e che da quel momento non l’aveva più sentita.

La ragazza, come Paula, lavorava settore alberghiero a Torremolinos. Aveva conosciuto Marco a Nettuno nel 2009 e sembrava andare tutto andava bene. Sia la sua famiglia che i suoi amici lo conoscevano e pensavano fosse una brava persona. Sibora aveva persino parlato della sua intenzione di sposarlo e verso la fine del 2010 si sono trasferiti insieme sulla Costa del Sol in cerca di lavoro.

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