Home » Primo Piano » Termovalorizzatore a Santa Palomba, il ‘mistero’ del fosso deviato e del prezzo esorbitante: il terreno da acquistare è in regola?

Termovalorizzatore a Santa Palomba, il ‘mistero’ del fosso deviato e del prezzo esorbitante: il terreno da acquistare è in regola?

Pubblicato il
Terreno Santa Palomba

Mentre si accelera per la realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba grazie all’approvazione, avvenuta martedì 18 ottobre da parte del CdA di Ama, dell’acquisizione del terreno di circa 10 mila metri quadrati dove dovrà sorgere l’impianto, veniamo a scoprire qualcosa che potrebbe far sorgere alcuni dubbi proprio sul luogo scelto dall’Amministrazione capitolina.

Il lotto, posizionato a sud di Roma nel IX Municipio, al confine con Pomezia e Albano, infatti è “circondato” da un fosso. Tale fosso sarebbe stato deviato artificialmente ormai molti anni fa. Tale fosso, se lasciato al “naturale”, sarebbe sceso verso il lotto. Invece adesso lo delimita perfettamente, lasciandolo libero. Quello che ci si chiede, quindi, è se tale deviazione sia regolare oppure se no. E ancora: è possibile che venga effettuata una vendita, qualora ci sia una irregolarità non sanata? E cosa potrebbe succedere in caso di forti piogge, con un fosso deviato? 

terreno termovalorizzatore Santa Palomba

L’interrogazione

Queste domande se le fa il consigliere Fabrizio Santori, che domani presenterà un’interrogazione per sapere se esista un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi e se la vendita, vista la situazione, sia regolare. Ma questa non sarà l’unica domanda che il consigliere capitolino andrà a fare sulla vicenda del del terreno scelto per la realizzazione del termovalorizzatore.

“C’è chi giura che il terreno acquistato a 7.5 milioni di euro da AMA per il termovalorizzatore a Santa Palomba è da molti anni in vendita a un prezzo notevolmente inferiore ma per i problemi di vincoli nessun acquirente ha mai manifestato un serio interesse. Su questo terreno sembrerebbe insistere un vincolo archeologico, sulla piccola parte a destinazione industriale, e sulla restante parte il precedente proprietario avrebbe deviato dei fossi demaniali, perché soggetto a continui allagamenti”, ha dichiarato Santori. 

Prezzo congruo?

C’è anche un altro aspetto da valutare. Da quanto ci risulta, lo stesso terreno un anno fa era stato messo in vendita a 2 milioni e mezzo di euro. Ma l’acquirente aveva rifiutato in quanto il prezzo era stato ritenuto troppo alto. Questo perché il terreno – circa 10 ettari – non risulta essere totalmente come industriale, bensì solo una parte. Il resto invece sarebbe verde pubblico e terreno agricolo, quindi di minor valore economico.

“Possiamo affermare che c’è stata una speculazione, se un terreno che per anni veniva offerto a 2.5 milioni di euro ora è stato acquistato da Ama a 7,5 milioni più le parcelle delle agenzie immobiliari? Quanto andrà effettivamente alla proprietà? A questo punto i dubbi sulla fretta nel voler chiudere questa operazione immobiliare ci assalgono e non ci fermeremo per capire questa lievitazione di prezzo. Tutto ciò mentre Roma affoga nella spazzatura e i romani continuano a pagare fra le tasse più alte d’Italia sui rifiuti”, prosegue il capogruppo della Lega in Campidoglio, che depositerà un’interrogazione urgente sul tema chiedendo tutta la documentazione sull’operazione. “Ma soprattutto ci chiediamo perché non sono stati considerati altri terreni, alcuni addirittura nei dintorni. La società agricola Nifen di via Ardeatina ha addirittura scritto al Cda di Ama, offrendo un terreno meno costoso e senza problemi di vincoli e fossi, probabilmente anche migliore nella logistica e di minore impatto sul territorio. Questa operazione del termovalorizzatore che costerà circa 1 miliardo di euro complessivamente ai cittadini non può essere gestita in questo modo, ne abbiamo viste di operazioni di questo genere che sono finite dritte dritte alla Procura e alla Corte dei Conti per danno all’erario”.

Da 2,5 a 7,5 milioni in un anno

La domanda che ci facciamo è quindi questa. Se lo scorso anno il terreno non valeva i 2 milioni e mezzo, come è possibile che adesso si sia arrivati a una cifra di 7 milioni e mezzo? Cosa ha portato a questa valutazione? Da quello che sappiamo (domanda rivolta alle agenzie immobiliari specializzate), la valutazione dei terreni industriali in quella zona varia tra i 300 mila e i 500 mila euro l’ettaro. Anche se si fosse trattato dell’intero lotto industriale la cifra offerta adesso sembra non essere quella di mercato, quindi sarebbe interessante sapere quali siano i criteri di valutazione del prezzo. L’impianto che Ama dovrà realizzare su questo terreno brucerà 600 mila tonnellate di rifiuti l’anno per creare energia. Un progetto che, sin dall’inizio, ha visto favorevoli e contrari scontrarsi. Ma occorre capire se davvero sia stato verificato che tutto sia in regola prima di procedere all’acquisto del terreno. A una cifra che non è di certo economica…

L’offerta di un atro proprietario: 4 milioni in meno

Nel frattempo, è arrivata l’offerta di un altro proprietario, a poca distanza. Viene offerto un terreno analogo – 10 ettari – a 3,5 milioni di euro. Un risparmio di 4 milioni di euro. La domanda è stata inviata qualche giorno fa. Si tratta comunque di una cifra elevata e sopra ai costi di mercato, anche se più bassa rispetto alla prima. Intanto nei giorni scorsi sulla vicenda si è espresso l’assessore all’ambiente del IX Municipio, Alessandro Lepidini: “Il nostro territorio, già saturo di impianti, più o meno impattanti, non può sopportare un termovalorizzatore. Chi come me ci vive, lo sa”. Un no all’impianto, arrivato forse troppo tardi per fermare una macchina già partita.

Terreno Santa Palomba

terreno termovalorizzatore Santa Palomba

La presidente del IX Municipio ”imbavagliata” nel duro post di Legambiente: ”Bocche cucite su inceneritore Santa Palomba”

Impostazioni privacy