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Turiste belghe uccise dal pirata della strada: Wibe era orfana e incinta, l’investitore un pregiudicato

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ragazze belghe - incidente mortale A24

Aveva già dovuto sopportare troppi dolori. Così giovane, sempre sorridente sui social, ma con un passato ingombrante sulle spalle: Wibe Bijls, una delle turiste belghe morte a Roma sabato scorso, falciata da un’auto pirata, aveva dovuto superare la morte dei genitori. Prima la mamma sette anni fa per un brutto male, poi il papà lo scorso anno per un incidente. Lei, però, aveva cercato con tutte le sue forze di rialzarsi, di andare avanti, di guardare il lato positivo della vita. E un’altra vita stava per nascere dentro di lei: la giovane 25enne aspettava un figlio, era incinta ed era pronta a scrivere un altro capitolo. Ma il destino è stato crudele: Wibe, insieme all’amica Jessy, è stata uccisa, travolta da un’auto, che anziché fermarsi ha proseguito dritto. Come se nulla fosse successo. Il suo corpo, invece, era lì, a terra. 

L’incidente in cui hanno perso la vita le due turiste belghe 

Jessy e Wibe avevano deciso di trascorrere qualche giorno insieme a Roma. Il viaggio da sogno, tutto pianificato nei minimi dettagli, i biglietti pronti, le valigie anche. E quei pochi attimi di gioia vissuti nella Capitale e immortalati sui social: l’aereo che decolla, l’autostrada che porta verso Roma, la visita ai musei vaticani. E poi il buio. Le due ragazze sabato scorso, poco dopo le 22, stavano viaggiando nell’auto che avevano affittato quando hanno deciso di fermarsi per aiutare alcune persone che erano rimaste ferite in un incidente precedente. Loro si trovavano sulla bretella dell’A24, all’altezza di Tor Cervara, al bivio tra la complanare e la direzione GRA. Ed è qui che hanno soccorso i feriti, finendo a loro volta travolte da un’auto. Che le ha uccise sul colpo.

Volevano fare del bene, essere di aiuto. Ma sono state uccise da un’auto che le ha travolte, lasciandole lì, a terra. Per loro non c’era più nulla da fare: i loro cuori, e quello del piccolo che Wibe portava in grembo, hanno smesso di battere.

Chi era alla guida dell’auto pirata 

Alla guida dell’auto, quella che non si è fermata, un pregiudicato di 40 anni, che è stato poi identificato e fermato. Lui aveva ingranato la marcia, poi aveva deciso di abbandonare la macchina, con tanto di sportello aperto ed era scappato a piedi. Una fuga breve perché l’uomo è stato rintracciato dalla Polizia Stradale. E ora è stata aperta un’indagine nei suoi confronti e dovrà rispondere di omicidio stradale. 

I sogni di due ragazze 

Wibe, che aveva perso i genitori così giovane, non si era mai arresa. Una grande lavoratrice, una ragazza che aveva in grembo un’altra vita e che aveva da poco comprato una casa. “Wibe ha lavorato qui per circa quattro anni”, afferma il manager del ristorante Maddox al Grote Markt di Kortrijk. “Lavorava sette giorni su sette e in tutti quegli anni non aveva mai preso ferie. Proprio questo fine settimana è andata a Roma e il prossimo fine settimana sarebbe andata alle Ardenne. Era la prima volta che si prendeva un po’ di tempo per sé stessa. Oltre a Maddox, ha anche lavorato come cuoca nel ristorante Casa Mundo a Menen e in una filiale di Delhaize a Kortrijk”. Ma il destino è stato crudele.

Jessy, invece, lavorava in un ristorante e aveva ricevuto  un “Bongo Bon, un buono viaggio per due persone, da un cliente che voleva ringraziarla per l’ottimo lavoro. E lei aveva deciso come meta Roma, la Capitale da vivere con una delle sue migliori amiche Wibe.  Due ragazze umili, grandi lavoratrici, pronte ad aiutare il prossimo. E lo hanno fatto anche sabato scorso quando sono incappate in un incidente stradale e hanno chiesto se i feriti avessero bisogno di una mano. Non si sono voltate dall’altra parte, ma qualcuno, invece, non ha fatto lo stesso per loro: quell’auto le ha travolte e le ha lasciate lì, a terra. Tanti sogni infranti, due famiglie distrutte e una realtà che resta in bianco e nero. 

Le sorelle di Wibe a Roma

Intanto oggi le sorelle di Wibe Bijls sono partite per Roma, dove identificheranno il corpo della ragazza morta a causa del terribile incidente di sabato. Le due sorelle, dopo l’identificazione, si recheranno anche sul luogo dell’incidente. “Vogliamo capire cosa è successo e vedere il luogo degli ultimi istanti di vita di nostra sorella”. Le due ragazze sperano di scoprire la verità sull’uomo che ha travolto e ucciso Wibe e la sua amica del cuore, in quel weekend che doveva essere di gioia e che invece ha spezzato i loro sogni.

Jessy e Wibe: i pochi attimi di gioia prima della morte delle due turiste belghe a Roma

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