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Incendio ospedale di Tivoli: il rogo s’è sprigionato dai rifiuti

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Dopo aver sedato l’incendio nel quale sono morti 4 degenti, le indagini degli investigatori per risalire all’origine del rogo hanno condotto al cumulo di rifiuti ammassati nell’ingresso secondario dell’ospedale di Tivoli, in viale Roma. Agli inquirenti ora non resta che stabilire se si sia trattato di un incendio doloso o di un incendio accidentale e le ipotesi degli inquirenti sembrano propendere per questa seconda eventualità anche se gli esperti stanno verificando l’eventuale presenza di acceleranti.

Gli inquirenti hanno acquisito le immagini di videosorveglianza in cerca di risposte

Di fatto sembra essere certo, come riporta il Corriere della Sera, che il fuoco si sviluppato tra i rifiuti ospedalieri che si trovavano accatastati da più parti in un locale di servizio e nel cortile la piano -2 del presidio ospedaliero. Ma le attività investigative proseguono anche attraverso l’acquisizione delle immagini delle videocamere di sorveglianza. Gli inquirenti sperano di avere risposte dai video, soprattutto da quelli che immortalano la seconda entrata del nosocomio quella su via Roma, dove ritengono sia partito l’incendio.

L’inchiesta della Procura di Tivoli per omicidio colposo

Sono ancora tanti i nodi da sciogliere per un’inchiesta, aperta dalla Procura della Repubblica di Tivoli, per omicidio colposo, mirata a comprendere anche il funzionamento del sistema antincendio e di rilevazione dei fumi. Il fuoco ha provocato ingenti danni alla struttura, bruciando avvolgibili, finestre e condotte. 

L’intervento delle istituzioni per verificare l’accaduto

Sul posto stamattina sono arrivati anche il prefetto di Roma, il governatore del Lazio, il ministro della Salute e il questore per effettuare un sopralluogo sul posto. La notizia del rogo che ha ‘ucciso’ quattro degenti costringendo all’evacuazione di ben 200 pazienti che sono stati trasferiti in altre strutture sanitarie romane, ha fatto sentire tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti dalla tragedia. In queste ore la domanda più ricorrente è: come è stato possibile?

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