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Alessia Piperno è finalmente a casa, la foto con il Sindaco Gualtieri. Finito l’incubo per la 30enne di Roma

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Alessia Piperno con il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri

Il suo amato e seguitissimo blog di viaggi su Instagram è fermo al 28 settembre scorso, data del suo ultimo post prima di far perdere le sue tracce. Poi la scoperta: Alessia Piperno, 30 anni, di Roma, era finita in carcere in Iran per non meglio specificati motivi. Quindi l’appello dei genitori e la mobilitazione affinché venisse liberata. Adesso tutto questo è però finito: Alessia è finalmente tornata a casa dopo essere stata scarcerata. Il suo blog, resoconto di oltre sei anni di viaggi, è ancora fermo invece. Ma per questo ci sarà tempo.

https://www.instagram.com/p/CjC4oMsOpCE/

La foto di Alessia Piperno con il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri

A comunicare la notizia era stata ieri la Premier Giorgia Meloni che, attraverso un comunicato di Palazzo Chigi, aveva comunicato la liberazione ufficiale della blogger italiana dalle carceri iraniane. La giovane era stata arrestata perché aveva espresso dissenso verso il governo iraniano scontando in tutto un mese e 10 giorni di carcere. La blogger è poi atterrata all’aeroporto di Ciampino dove ad attenderla c’era, tra gli altri, anche il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Bentornata Alessia! Ti aspettiamo in Campidoglio”, poche parole ed una foto che in pochissimo tempo ha fatto il giro dei social. Presente anche, oltre chiaramente alla famiglia, la stessa Premier Giorgia Meloni.

Le sue dichiarazioni

All’arrivo nella sua abitazione romana ai Colli Albani Alessia non ha voluto rilasciare dichiarazioni.  “Sono stati 45 giorni duri. Ho trascorso la mia detenzione in una cella con sei persone, è stato difficile ma non sono stata maltrattata”, avrebbe però detto dopo l’atterraggio a Ciampino. A riportarlo è l’ANSA.

La rivolta nel carcere ad ottobre

La detenzione di Alessia Piperno nel carcere di Teheran non è stata certo semplice. Il 17 ottobre, lo ricordiamo, nel carcere dove era stata rinchiusa era scoppiato un incendio ma — come aveva poi riferito la Farnesina, in contatto con l’ambasciata italiana di Teheran — la giovane non aveva riportato conseguenze. Un episodio comunque grave considerando che ben otto erano state le vittime. Alla base dell’incendio avvenuto all’interno del carcere di Teheran, dove vengono rinchiusi i prigionieri politici, c’era stata una rivolta da parte dei detenuti. Proteste, come in tante altre parti del paese, che hanno fatto seguito alla morte di Mahsa Amini, la 22enne del cui decesso è accusata la cosiddetta ‘polizia morale’ che l’aveva fermata in quanto non indossava il velo.

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