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Alessia Sbal aveva dato la targa del tir prima di morire: così la polizia ha arrestato il camionista

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Alessia Sbal

Alessia Sbal, prima di morire, aveva indicato al 112 la targa del camionista che l’ha travolta e uccisa sul Grande Raccordo Anulare, quella drammatica sera di domenica 4 dicembre. Proprio lei, prima di dare l’ultimo respiro: è una delle indiscrezioni che fuoriescono dalle indagini che sono tutt’ora ancora in corso sul suo caso. È stato dunque grazie alle sue indicazioni che la polizia stradale, quella sera, è riuscita ad arrivare in pochi minuti, a pochi chilometri da dove si era verificato l’impatto, a F.F., il conducente del veicolo pesante che l’ha travolta. Le indicazioni fornite dalla onicotecnica di 42 anni hanno permesso di raggiungerlo, dunque, in breve tempo, prima che potesse allontanarsi troppo o complicare le indagini successive. Una notizia importante, che giunge solamente oggi grazie ad una fuga di notizie intercettata anche da Repubblica nelle ultime ore, un aggiornamento che indica la forza e la tenacia che aveva Alessia in vita, anche ad un passo dalla fine. 

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Oggi i funerali di Alessia Sbal a Ciampino

Ad ogni modo, però, oggi è un giorno di dolore per Ciampino, tra qualche minuto – alle 10.30 – verranno celebrati i funerali di Alessia Sbal nel palazzetto dello sport messo a disposizione dal Comune. Un vuoto incolmabile nella comunità tutta, ma soprattutto in coloro che la conoscevano bene, che conoscevano il suo carattere e la sua voglia di vivere. Intanto, poi, le indagini non si fermano, vanno avanti, serrate, al fine di stabilire se ci sia stata o meno volontarietà da parte di Focassati nel travolgere con il suo tir la donna che aveva davanti. Per il momento si sa con un certo margine di certezza che Alessia Sbal era, poco prima, scesa dalla sua Panda grigia dopo essere stata speronata sulla fiancata destra dallo stesso tir. La ricostruzione è valida, tanto che la polizia stradale ha sequestrato lo specchietto destro, proprio ieri, dell’auto.

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E poi c’è anche il super testimone, colui che ha raccontato di aver assistito in prima persona allo scontro e alla reazione stessa di Alessia, la quale con la sua stessa auto avrebbe costretto il camionista a fermarsi. Anche lui, ovviamente, sarà ascoltato dagli inquirentiinsieme ad altri due automobilisti: un uomo e una donna che si trovavano nei paraggi. A soffrirne di più sono la mamma Tina Angiolini e la sorella, Ilaria Sbal, che proprio nella giornata di ieri, in mattinata, si sono presentate una seconda volta sotto la casa del conducente del tir, nella provincia di Rieti. L’uomo è accusato di omicidio stradale, fuga e omissione. Una seconda volta, perché le due donne proprio non riescono a capacitarsi di quello che è accaduto, che vorrebbero guardare in faccia l’uomo che ha posto fine alla vita di Alessia. I legali del conducente, però, hanno poca pazienza: hanno detto che se il fatto dovesse ripetersi, allora procederanno con la denuncia. 

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