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Alessia Sbal, è omicidio. Le parole al 112: ‘Fermati, mi vieni addosso!’

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Alessia Sbal

Non un semplice incidente stradale, seppur mortale. Ma quello che sembrerebbe qualcosa di più, nascosto in tre telefonate, fatte nell’arco di pochi minuti. Sono di Alessia Sbal una verso una sua amica, le altre verso il 112. Poi c’è l’ultima, di un automobilista, che chiama il numero unico delle emergenze, per avvisare dell’incidente.

A svelare il contenuto delle chiamate Repubblica. E, dalle parole delle telefonate, emerge quella verità che la mamma, la sorella e l’amica di Alessia da giorni stanno gridando. Cioè che Alessia potrebbe essere stata uccisa consapevolmente. Ma quale sia stato il motivo è tutt’ora oscuro.

Le telefonate

La prima conversazione è quella che Alessia ha con la sua amica. Alessia, 42 anni, era al telefono quando è stata urtata da un tir, condotto da F. F., l’uomo arrestato (ai domiciliari) con l’accusa di omicidio stradale. L’uomo, 47enne, è incensurato. “Mi ha speronato. Oddio, questo camion mi ha preso. Ti richiamo”, ha detto all’amica. Ma poi non c’è stata nessuna chiamata successiva. E questo ha preoccupato tantissimo l’amica di Alessia.

La telefonata più angosciante, però, è stata quella che la 42enne ha fatto al 112. “Dove vai? Fermati, fermati, non mi venire addosso! – ha gridato Alessia mentre era al telefono con il numero unico delle emergenze – Fermati!“. Ad ascoltare le sue parole un operatore, la telefonata è registrata. 

Ma, prima di questa, c’è stata un’altra chiamata al 112 da parte di Alessia. Alle 20:39, infatti, la giovane donna aveva chiamato per dire di essere stata speronata. “C’è stato un incidente, ho avuto uno scontro con un camionista, venite qui“. Ma sullo sfondo della chiamata si sente parlare un uomo con il tono arrabbiata che dice: “Io non c’entro niente”.

Il supertestimone 

In questa vicenda c’è anche un supertestimone, Paolo Piccini, cameraman. L’uomo ha assistito allo scontro tra un tir e la Panda di Alessia Sbal, avvvenuto intono alle ore alle 20:40. Poi ha visto i due mezzi accostarsi nella corsia di emergenza. “Ero sul raccordo – racconta Piccini a Repubblica – piovigginava. Ero con altre tre persone in auto. La Panda era sulla corsia centrale, il tir su quella interna. Ricordo che erano molto vicini, quasi accostati. A un certo punto il tir ha iniziato a andare verso sinistra finendo sulla corsia centrale e sbattendo contro la parte anteriore destra della Panda. Sono volati alcuni pezzi di parafango e fanalino, mi sembra, della Panda”.

I tentativi del 112

L’operatore del 112, dopo le due chiamate di Alessia, prova a richiamarla, ma le sue chiamate sono senza risposta. Pochi istanti dopo, un automobilista chiama il numero unico, per segnalare l’incidente. La polizia stradale, già allertata dalle telefonate di Alessia, poco dopo riesce a fermare un camionista, mentre stava per lasciare il Raccordo L’uomo dice di non essersi accorto di nulla. “Non l’ho vista, è comparsa davanti all’improvviso”, ha raccontato agli agenti che lo hanno fermato e arrestato per omicidio stradale.

Ma adesso la sua posizione potrebbe cambiare. Dalle due chiamate della donna sorgono infatti alcuni dubbi. Dubbi che per primi hanno espresso proprio i suoi familiari. “Mia figlia, Alessia Sbal, è stata investita dopo essere stata speronata da un tir e scendendo dalla sua macchina per mettersi al sicuro è stata schiacciata senza pietà. Il guidatore è scappato senza curarsi di lei. L’accaduto è successo domenica, tra le 20.34 e le 20.50. Aveva allertato il 112, ma non è servito a salvarla“, aveva detto già dopo due giorni la mamma, Tina Angiolini.

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