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Green Pass falsi, si allunga la lista degli indagati vip: c’è anche un attore del film di Carlo Verdone

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Il Green Pass che molti clienti di Alessandro Aveni avrebbero ottenuto con facilità

Erano disposti a tutto, anche ad attraversare mezza Roma, nel traffico, pur di ottenere con facilità il Green Pass, quel certificato verde che fino a poche settimane fa era necessario per ‘partecipare’ alla vita sociale, indispensabile per prendere anche un semplice caffè al bar. Documento ancora oggi importante, che si ottiene dopo la guarigione o la completa vaccinazione. O almeno, così dovrebbe essere perché in questi mesi i ‘furbetti, quelli che hanno aggirato le norme, ci sono stati.

E ora la lista degli indagati vip, quelli che con l’aiuto del medico Alessandro Aveni, meglio conosciuto come il dottore di Pippo Franco, si allunga: nel mirino un’avvocatessa, un attore protagonista del film di Carlo Verdone “Benedetta follia” e la titolare di una farmacia di Centocelle. 

I ‘vip’ con il Green Pass falso e l’aiuto del medico Alessandro Aveni

Qualche mese fa il medico Alessandro Aveni, quello che già in passato era finito al centro delle polemiche, è stato arrestato. Il motivo? Avrebbe fatto finta di vaccinare alcuni pazienti, poi avrebbe rilasciato loro il Green Pass, come se nulla fosse.

Una certificazione verde ‘falsa’ che nel tempo, se non fosse stato scoperto il ‘trucchetto’, avrebbe permesso a questi clienti di fare la vita di chi, invece, si era vaccinato regolarmente. E ora oltre a Pippo Franco, a un magistrato in pensione, a un medico legale, nella lista di chi ‘gironzolava’ con un documento farlocco si aggiungono tre persone: un’avvocatessa, un noto attore e una farmacista. 

Le intercettazioni

Ma se da una parte, come spiega il Messaggero, il dottore continua a gridare la sua innocenza e a dire che non aveva registrato quei pazienti al portale della Regione Lazio per via del sistema che era andato in tilt perché hackerato, dall’altra le intercettazioni sembrano parlare chiaro. Le telefonate, quasi allusive e ironiche, poi quell’incongruenza tra le persone vaccinate (o presunte tali) con le 22 fiali di Pfizer a disposizione del medico. A conti fatti qualcosa non sembra tornare, ma ora i ‘furbetti’ sono stati scoperti. E con loro tutto quello strano giro di telefonate, vaccini ‘fantasma’ e documenti falsi. 

 

 

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