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Latina: armi, droga e…Reddito di Cittadinanza per oltre 70.000 euro

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Latina. In provincia, personaggi vicini agli ambienti malavitosi non si erano accontentati delle loro personali attività criminali, ma hanno voluto incassare anche i benefici del Reddito di Cittadinanza. Ancora furbetti del Reddito recidivi, che non demordono, che continuano a cercare di percepire indebitamente denaro che in realtà spetterebbe ai più bisognosi del nostro Paese. Ma in questo caso, i soggetti erano già noti alle Forze dell’Ordine, in quanto il loro curriculum civile non era proprio pulito. Proprio nelle ultime ore, nell’ambito di un’attività di servizio mirata al contrasto dell’indebita percezione della misura di sostegno del “Reddito di cittadinanza” le Fiamme Gialle Pontine hanno denunciato n. 3 soggetti residenti nel Comune di Santi Cosma e Damiano (LT). Questi percepivano indebitamente il sussidio nonostante appartenessero allo stesso nucleo familiare, in netto contrasto con le finalità assistenziali della misura di legge. Inoltre, come anticipato, i soggetti avevano un passato con la legge abbastanza torbido. 

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L’indagine era nata a partire da alcuni approfondimenti investigativi sulle condizioni patrimoniali e di vita dei soggetti in questione, residenti nei comuni del Sud-pontino, gravati da precedenti di polizia e/o penali che riguardavano la loro vicinanza a contesti di criminalità organizzata di stampo mafioso. Il tutto, dunque, nasce a partire dalla disamina della posizione reddituale di un soggetto attualmente agli arresti domiciliari per reati di traffico di sostanze stupefacenti e porto abusivo di armi. A tutto questo bel corollario di accuse, si aggiunge, poi, anche la truffa allo Stato: infatti, le circostante normative vietano domande da parte di persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare. I finanzieri hanno quindi provveduto all’immediata comunicazione all’INPS per la sospensione ed il recupero dell’indebito percepito, nel complesso circa € 70 mila, nonché a segnalare alla competente Autorità Giudiziaria i soggetti che hanno posto in essere le descritte condotte, perpetrate peraltro anche ricorrendo a dichiarazioni e documenti poi risultati non rispondenti al vero.

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