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Medici e infermieri in fuga dall’Ucraina potranno lavorare in Italia (anche al posto dei sanitari no vax sospesi)

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Guerra in Ucraina, medici e infermieri ucraini potranno lavorare anche in Italia. Il conflitto russo ucraino ha costretto migliaia di persone a lasciare il paese. Moltissime infatti le iniziative nate per accogliere i profughi ucraini e donare loro quella serenità che la guerra gli ha repentinamente negato. Una bella notizia arriva anche per quel che riguarda il settore della sanità. Infatti da oggi e fino al prossimo 4 marzo, i medici e i professionisti ucraini potranno esercitare la propria professione anche in Italia. 

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Medici e infermieri ucraini potranno lavorare anche in Italia

La deroga che permette a suddetti professionisti di lavorare anche in territorio italiano almeno per un anno, è contenuta nel Decreto Energia pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 21 marzo. Facente parte del pacchetto ‘Misure urgenti per l’Ucraina’, esso specifica che:  ‘È consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitaire e della qualifica di operatore socio- sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 che intendono esercitare nel territorio nazionale, in strutture pubbliche e private, una professione sanitaria o socio sanitaria in base a qualifica conseguita all’estero regolata da direttive Ue’.

La misura consentirà pertanto ai medici in fuga dalla guerra di esercitare, almeno in via temporanea, la loro professione anche in Italia. Dall’altro lato, ciò permetterà alle strutture ospedaliere italiane — qualora decidessero di impiegare i professionisti ucraini — di far fronte alla mancanza di organico dovuta anche alle sospensioni del personale no vax. Infatti, molte strutture ospedaliere stanno affrontando problemi relativi alla carenza di personale: vuoi per coloro che sono risulati positivi al covid, vuoi per coloro invece che si è rifutato di sottoporsi alla vaccinazione obbligatoria. 

Tutte le strutture interessate potranno quindi procedere al reclutamento temporaneo dei professionisti ucraini. Come si legge nel decreto, il reclutamento potrà avvenire a patto che il personale sanitario sia ‘munito del passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati, con contratti a tempo determinato o con incarichi libero professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa, in deroga all’artciolo 7 del decreto legislativo 30 marzo’.

 

 

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